Una gara musicale come l’Eurovision non è solo una carrellata di look stravaganti e performance una dietro l’altra: spesso, tra una canzone e l’altra, c’è spazio per un piccolo grande gesto in grado di far sobbalzare sulla poltrona alcune classi politiche. Lo sapeva bene Krista Siegfrids, cantante finlandese, che nel 2013 fu la prima a baciare una donna nella storia del contest.
Siegfrids si esibiva con “Marry Me“, brano in un primo momento sembra il bugiardo dell’eteronormativa: “Skipping dinner to get thinner/Where is my proposal?/ I know where the future’s heading/ I can see my perfect wedding” lasciano pensare ad una ragazza che non vede solo l’ora di ricevere una proposta di matrimonio, ma dietro l’apparente leggerezza quello di Siegfrids era un atto di protesta per legalizzare il matrimonio gay: “Non vedo Marry Me come una canzone politica” disse la cantante “È una canzone su l’amore e l’accettazione. Ma il matrimonio gay in Finlandia non è ancora permesso e questo è sbagliato. Ho voluto fare una dichiarazione su questo“. E così davanti 100 milioni di telespettatori in tutto il mondo, durante la semifinale, Siegfrids baciò sulla bocca una delle ballerine.
Il gesto fece incazzare più di 25 stati, in primis Grecia e Turchia che l’accusarono Siegfrids di aver infranto ogni regola della gara: difatti, nel regolamento dell’Eurovision non sono ammessi “testi, discorsi, o gesti di natura politica o simile” – e nel 2009, la Georgia fu squalificata per alcuni riferimenti espliciti a Vladimir Putin. Tuttavia, la canzone riuscì a superare il gran finale arrivando ventiquattresimo in classifica. La stessa Siegfrids ci tenne a ribadire che quel bacio non aveva nulla di politico, ma al contrario, una celebrazione dell’amore universale in ogni sua forma. Nonostante le numerose invettive e le richieste di censura, il presidente dell’European Broadcasting Union, Jean-Paul Philippot, rispettò quel momento come libertà d’espressione – complice una petizione anti-censura dagli attivisti LGBTQIA+ che raccolse più di 34,000 firme.
“Pronto, è il 2013? Non riesco a capire come le persone possano odiare l’amore in ogni sua forma. L’amore è bellissimo.” commentò Seiegfrids, parole che rilette oggi fanno sorridere, nel bene e nel male: dieci anni dopo, il mondo non è ancora sufficientemente preparato a questa conversazione, e per ogni innegabile passo in avanti, nel 2013 come nel 2022 ci troviamo ancora a dover spiegare l’ovvio. Tra leggi allucinanti e zero tutele dallo Stato ai danni della nostra comunità, anche il gesto più inflazionato e banale del mondo, davanti 200milioni di telespettatori ha la potenza di scuotere animi più suscettibili e fare il punto della situazione. All’alba di questa nuova edizione, capitanata da una sfilza di artisti apertamente e orgogliosamente LGBTQIA+, chi sconvolgerà chi? Avremo un altro piccolo grande atto di protesta? Nella speranza di non dover ribadire l’ovvio tra altri dieci anni.
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