Eurovision 2022: vi raccontiamo la serata dedicata ai diritti e alla comunità LGBTQ+

Nonostante il temporale e il cordone paranoico della sicurezza, ne è valsa la pena. Il nostro racconto da Torino.

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Eurovision 2022 Eurovillage Serata LGBTQ
Eurovision 2022 Torino Eurovillage Serata LGBTQ
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Acquazzone, tempesta, fulmini e fanghiglia: i presupposti per un flop c’erano tutti, eppure se queer chiama, Torino risponde, andando a registrare un’affluenza mastodontica all’Eurovillage per la serata dedicata ai diritti e alla comunità LGBT in occasione di Eurovision 2022.

A chi sostiene che la comunità LGBT sia troppo “delicata”, vi sfidiamo a farvi strada tra la fanghiglia che si crea al Parco del Valentino dopo due gocce di pioggia: noi ci siamo beccati un mezzo tifone e non abbiamo mollato di un centimetro.

Il tutto coronato anche da un servizio di sicurezza fin troppo ben strutturato, grazie al quale abbiamo dovuto circumnavigare il parco fino all’ingresso principale, dove abbiamo dovuto spararci almeno una mezz’oretta di coda sotto un piovigginio che ha messo a dura prova la nostra forza di volontà.

Mi hanno sequestrato la borraccia, e guardato nello zaino per appurare che il mio ombrello giallo canarino non fosse un’arma di distruzione di massa. Il che, se avessi dovuto aspettare ancora qualche minuto in più, avrebbe potuto diventarlo. Quindi occhio per le prossime serate.

Vi raccontiamo com’è andata, e perché ne è valsa la pena al 100% – spoiler, presentava Ava Hangar.

Aprono le Karma B, le drag di cui l’Italia ha bisogno

Energiche, divertenti e sfavillanti: le pupille di Immanuel Casto hanno saputo pigliare un pubblico di persone frustrate dal maltempo e trasformarlo in un’orda di fan accaniti grazie a un’esibizione degna di lode.

Metà esseri umani e metà Raffaella Carrà, come amano definirsi, speriamo che le Karma B – all’anagrafe Carmelo Pappalardo e Mauro Leonardi – si facciano vedere più spesso da queste parti. Io sto già preparando le spillette per il fan club.

 

Eurovision 2022: vi raccontiamo la serata dedicata ai diritti e alla comunità LGBTQ+ - karmab - Gay.it

 

Cristina D’Avena e i Gem Boy ci hanno prepotentemente fatto rivivere la nostra infanzia

Bella, evergreen e un animale da palco: la Cristinona nazionale ha saputo intrattenere il pubblico del tardo pomeriggio come solo un mostro sacro della cultura italiana avrebbe potuto fare.

Tra un mix di nostalgia ed energia pura, il pubblico di Eurovillage ha davvero apprezzato l’esibizione, anche sotto uno scroscio di pioggia inclemente. Le canzoni dei cartoni animati fanno sempre centro, e vedere un’orda di uomini e donne adulti che cantano “Kiss Me Licia” a squarciagola sventolando bandierone del Pride non ha prezzo.

 

Eurovision 2022: vi raccontiamo la serata dedicata ai diritti e alla comunità LGBTQ+ - cristina - Gay.it

 

Federico Sacchi – il Musicteller – ci fa piangere con Mia Martini

Ecco, diciamo che tutto mi sarei aspettata da questa serata tranne di commuovermi cantando “Almeno tu nell’universo” insieme a un’orda di altre persone che, come me, avevano saltato fino a pochi minuti prima sulle note di “Holly e Benji”. Eppure, eccoci qui.

Con il suo storytelling coinvolgente e che non stufa, Federico Sacchi ha percorso la storia di Mimì dagli albori, passando per i grandi successi e i brani più di nicchia, alla sua vittoria postuma all’EurovisionAgain proprio l’anno scorso con “Rapsodia”.

Artista a 360°, si vede che il Musicteller sa di quello che parla, ed ha saputo imbastire una performance degna di un palco come quello dell’Eurovillage. Quindi, vi consigliamo si seguire il suo format di divulgazione musicale crossmediale reDISCOvery (www.rediscovery.it).

Che dire Mimì, a quelli che ti dicevano che portavi sfiga noi rispondiamo che – ancora oggi – la comunità queer ti ha in tasca come un portafortuna. E Federico Sacchi ha saputo raccontarti come il mito che sei. Per questo l’ho adorato.

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Queen of Saba: il futuro è queer

A mio parere, il piatto forte della serata.

In un genere non genere, che mischia sonorità elettroniche potentissime e una voce femminile con influenze R&B, raggae, hip-hop e funky, (s)vestita per stupire, non ballare doveva essere considerato illegale.

Il duo, composto da Sara, voce e loop station, e Lorenzo, tastiere, pad e percussioni, ha tenuto il palco come una monetina, non sbagliandone una e descrivendo in maniera neanche troppo sottile la propria queerness nei testi. Ci piace.

Paladini del non binarismo, i Queen of Saba hanno offerto un’esperienza davvero irripetibile. E come ha detto Ava Hangar al termine della loro esibizione – chiedendo peraltro un doveroso bis:

“Voi siete il futuro della musica – e il futuro è queer”

Bellissimo anche il revival anni 80′ quando Sara di becca un reggiseno lanciato da una fan che vorrei conoscere per stringerle la mano. Schiaffone invece al disturbatore misogino e lesbofobico che probabilmente si è trovato a una serata queer perchè troppo ubriaco.

 

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Dj Set Giorgio Valletta: si balla da urlo

DJ e co-fondatore di Xplosiva, celebre club night torinese, ha calcato il palco di Eurovillage dopo aver girato da Barcellona, a Tokyo, fino a Londra, Ibiza e Berlino. Un gioiello nazionale che – al termine dell’esibizione dei Queen of Saba, ha saputo distrarre il pubblico e farlo ballare per bene.

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BlueBeaters + Stato Sociale: il fine serata col botto

Lo ska e il rocksteady non potevano mancare in una qualsiasi serata post-modern posh che si rispetti: nato dall’incontro tra Casino Royale, Africa Unite e i Fratelli di Soledad, il complesso BlueBeaters è riuscito a trattenere il pubblico anche sotto un rinnovato scroscio di pioggia, potendo contare anche sulla collaborazione con gli Stato Sociale, che – per l’occasione – hanno rivisitato alcuni pezzi storici in chiave rocksteady.

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Menzione speciale alla presentatrice: Ava Hangar ci fa sentire a casa

Regina indiscussa della serata, Ava ha tenuto botta su un palco internazionale trattandolo come il salotto di casa sua. Ed è per questo che la adoriamo. Il suo ritmo incalzante e la sua completa dedizione al pubblico, celata da un’irriverenza caratteristica della cultura drag, non hanno deluso le aspettative. E dopotutto, non ci aspettavamo un outcome diverso.

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