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Eurovision 2022: dall’Australia, Sheldon Riley celebra autismo e diversità senza maschere

Il cantante australiano si esibirà alla semifinale, con un brano dedicato alla scoperta di sé fuori da stigma o pregiudizi.

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Sheldon Riley all'eurovisione 2022
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Sheldon Riley è pronto ad infuocare il palco dell’Eurovision 2022. Questo giovedì 12 Maggio, rappresenterà l’Australia alla pre-finale, esibendosi con il brano “Not The Same”, un inno di rivalsa e autodeterminazione, ma soprattutto una risposta ad un’infanzia passata a sentirsi fuori posto.

 

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Riley ha scritto il brano quando aveva quindici anni e gli diagnosticarono l’autismo: “Mi dissero per molto tempo che non sarei riuscito a fare nulla, che non avrei mai funzionato come gli altri esseri umani, a lavorare, avere amici, o essere in una relazione” racconta Riley a SBS News. Cresciuto in una famiglia  a stampo fortemente religioso, per molto tempo sua madre e suo padre pregarono per “mandar via” il suo autismo. Un tentativo di proteggerlo e permettergli di vivere una vita migliore, racconta Riley. Ma con il tempo il cantante ha girato le spalle ai luoghi comuni e ogni pietismo, per portare avanti il suo personale percorso e riprendere le redini della sua storia: a diciassette anni partecipò ad X-Factor Australia sulle note di Ordinary People di John Legend. Due anni dopo sì esibì a The Voice con “Do You Really Want to Hurt Me?” dei Culture’s Club, tanto da commuovere lo stesso Boygeorge. Dopo essere arrivato alle finali di American’s Got Talent nel 2020, Riley è pronto ad illuminare il palco più famoso d’Europa. Una rinascita che ha accompagnato anche i suoi genitori, tanto che oggi suo padre che ha smesso di pregare per lui e lo aiuta a cucire gli abiti di scena.

Fondamentale per Riley, è stata anche la graduale scoperta della sua sessualità, la scintilla che gli ha permesso di accogliere ogni lato di sé senza reprimerlo: “Ricordo che feci coming out come gay a 14 o 15 anni” racconta a BBC News “Da lì diventai una personale socievolissima. Mi feci parecchi amici, e parlavo con chiunque. Ma ho sempre saputo di poterlo fare, vivevo solo nella paura.” Così Not The Same diventa un messaggio a sé stesso, al piccolo Riley che temeva di non poter fare nulla nella sua vita, un incoraggiamento a sé stesso ma ancor più a chiunque demonizza le proprie diversità: “Non importa quante volte sono crollato e mi hanno detto cosa non potevo fare, ho ricreato me stesso in chi volevo essere”.

 

 

Durante le sue esibizioni, Riley si è sempre esibito con il volto coperto da sfavillanti maschere di ogni tipo. Un dettaglio che va oltre il semplice costume di scena, quanto un tentativo di nascondere tutte le parti che non ama di sé, e proteggersi. Ma durante la performance che l’ha catapulto alla finale dell’Eurovision, Riley ha finalmente tolto la maschera per mostrarsi al mondo intero, paure e gioie incluse: “Le persone con autismo, le persone parte della comunità LGBTQIA+, persone di etnicità diverse. Indossiamo sempre una maschera ogni giorno, cerchiamo sempre di essere qualcosa che non siamo” dichiara il cantante “Per me è stata una rappresentazione visiva di tutto questo, per dire che so che ho il controllo di togliere e indossare quella maschera, e non ho intenzione di indossarla per nessun altro oltre che me stesso”.

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