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La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e l’ok da parte delle commissioni hanno fatto sì che la firma per il referendum sull’eutanasia legale, promossa dall’associazione Luca Coscioni, sia diventata finalmente realtà.
Dal 17 giugno è possibile firmare in varie città italiane, ad esempio presso comuni, studi legali o presso gazebo e tavoli appositi adibiti in piazze, ristoranti ed altri luoghi accessibili al pubblico. Una mappa, aggiornata quotidianamente, mostra i luoghi dove è possibile firmare di presenza.
Ma la decisione, che ha segnato una svolta “storica” per l’Italia, è la possibilità di firmare digitalmente tramite Spid o Cie (carta d’identità elettronica), come è già possibile fare “in quasi tutta Europa e in alcuni Paesi, come la Germania”, afferma in una nota l’associazione Luca Coscioni.
Per il presidente dell’associazione Marco Gentili, “con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per fare politica”.
Questo è stato possibile a partire dalla campagna referendaria EutanasiaLegale, che è attualmente in corso, ma, in particolare, grazie alla pressione politica degli ultimi anni, come quella da parte delle Nazioni Unite che hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto internazionale sui diritti civili e politici, in seguito al caso Staderini-De Lucia del 2019.
Eutanasia Legale. L’obiettivo della raccolta firme
Entro il 30 settembre il referendum dovrà raggiungere 500 mila firme. Grazie al coinvolgimento popolare, soprattutto sui social network, ci si sta avvicinando alle 400 mila adesioni. Da mercoledì 11 agosto le firme possono essere inviate attraverso la piattaforma https://raccoltafirme.cloud/app/.
Come firmare digitalmente
Dopo aver inserito sul sito che abbiamo menzionato nel precedente paragrafo la mail e la città di residenza, giunge sulla propria casella di posta elettronica un messaggio con un link da seguire. Dopo aver cliccato sul link, si apre la pagina nella quale sono disponibili tre opzioni: “Firmo con SPID”, un’opzione che ha il costo maggiore per i promotori; “Firmo con il mio dispositivo” (smart card, chiavetta USB o firma remota), che ha il costo minore per i promotori; “Non ho SPID o una firma digitale” (il servizio TrustPro consente di per firmare subito ad un costo di tre euro). Una volta scelta l’opzione migliore, è possibile procedere alla firma.
Sul sito dell’associazione Luca Coscioni é possibile anche sostenere il referendum per l’Eutanasia Legale, a partire da un importo di 10 euro aiutando così l’associazione Luca Coscioni a coprire le spese di gestione della piattaforma di raccolta firme e a curare l’informazione ai cittadini su questo nuovo diritto.
Al momento la raccolta fondi ha raggiunto circa 47 mila euro su 100 mila euro di obiettivo.
Cos’è l’eutanasia attiva
L’eutanasia è attiva diretta quando il decesso di una persona è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte, oppure dallo stop alle cure necessarie per mantenere in vita il malato.
Le ragioni a favore dell’eutanasia attiva si fanno coincidere principalmente sulla libera scelta di ogni cittadino che dovrebbe potersi esprimere anche nella vita privata, e non solo nel diritto di voto. Nelle ragioni a favore dell’eutanasia attiva rientrano anche la qualità della vita (per alcuni il dolore e la sofferenza durante una malattia possono risultare insostenibili) e la dignità, la convinzione radicata di non avere alcuna possibilità di recuperare ciò che aveva reso la vita degna di essere vissuta e anche quella, importante allo stesso modo, di essere destinati a pesare sempre di più e per i tempi indefiniti sui propri cari, rendendo anche a loro impossibile condurre la vita come prima.
Al momento in Italia, dal punto di vista giuridico, morale e religioso, c’è chi considera l’eutanasia attiva una fattispecie assimilabile all’omicidio. Anche dal punto di vista della deontologia medica qualche complicazione sorge dalla non semplice riconducibilità dell’eutanasia attiva ai concetti fondanti della medicina, diagnosi e terapia.
La denuncia dei radicali Staderini e de Lucia
I radicali Mario Staderini e Michele de Lucia, già dal 2015 hanno denunciato il silenzio generale dell’Italia a riguardo di un diritto tutelato a livello internazionale, ovvero l’attivazione di referendum popolari, quelli che possono essere attivati con la raccolta di 500mila firme.
È stato esplicitamente chiesto che venissero rimossi gli ‘irragionevoli ostacoli’, come quelli alla raccolta firme (e, quindi, sugli strumenti di democrazia diretta) previsti da una legge del 1970, che impediscono, in particolare, la realizzazione dell’eutanasia attiva.
La sentenza di condanna per l’Italia è arrivata a novembre 2019: il governo aveva 180 giorni per adeguarsi, ma nulla è cambiato. Fino ad oggi.
Il fatto che , per motivi pseudoetici , ma soprattutto economici ( terapie costosissime ma redditizie per le case farmaceutiche ), questa legge di civiltà e di autodeterminazione non sia stata ancora approvata è la riprova dei legami tra politica e lobbies.