5 referendum abrogativi promossi su 8. La Corte costituzionale ha dato il via libera al referendum per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, quello sui limiti alla custodia cautelare, sulla raccolta firme per il Csm, sulla separazione delle funzioni dei magistrati e sul diritto di voto degli avvocati nei consigli giudiziari. Bocciato in questi ultimi minuti il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis non a scopo di spaccio. Inammissibile perché a detta dei giudici avrebbe incluso anche la depenalizzazione nei confronti di droghe pesanti, come il papavero o le foglie di coca. Durissima la replica di Marco Cappato, arrivata via social: “assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia“.
Cestinato ieri, tra furenti polemiche, anche il referendum sull’eutanasia, ritenuto “inammissibile perché a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“.
In attesa del deposito della sentenza, è divampata la polemica. Furente Marco Cappato, che da anni lotta in prima linea per una legge che autorizzi l’eutanasia: “La Corte costituzionale ritiene che il referendum non preserverebbe la tutela minima della vita “in particolare delle persone deboli e vulnerabili”. Per me, imponendo sofferenza le si preserva ancora meno. Andremo avanti, a costo di rischiare nuovi processi. Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza, e per la democrazia italiana. Ma otterremo l’obiettivo”. “Il giudice Amato è una personalità molto politica, e questa è una decisione politica“.
“Questa Corte il suicidio assistito, a determinate condizioni, l’ha già depenalizzato”, ha replicato oggi il presidente della corte Amato. “Leggere e sentire che chi ha preso queste decisioni non sappia cosa sia la sofferenza mi ha ferito, ha ferito tutti noi, ingiustamente”. La parola ‘eutanasia’ ha portato a tutto questo. Il referendum era sull’omicidio del consenziente, che sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi dall’eutanasia”.
A favore del referendum sull’eutanasia erano state raccolte 1.240.000 firme. Altre 630mila le firme raccolte per il referendum sulla cannabis. Ha così vinto la Chiesa cattolica, che alle urne avrebbe probabilmente subito una sconfitta eclatante, per non dire epocale, dinanzi al suicidio assistito.
Pd e 5 Stelle hanno subito chiesto al Parlamento di portare avanti il testo sul “Fine Vita”, ma anche qui Cappato ha rimarcato come sia un “passo indietro rispetto a ciò che è già legale in Italia”. Un testo, a suo dire, “che restringe i diritti perché il suicidio assistito a determinate condizioni è già legale in Italia”.
Il terzo referendum bocciato dalla Corte è quello sulla responsabilità civile dei giudici. Gli italiani saranno chiamati al voto tra il 15 aprile e il 15 giugno. Per essere considerati validi dovrà votare la maggioranza degli aventi diritto.
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