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Foggia, difende un ragazzo gay e viene picchiato dal branco

5 contro 1, come spesso accade. Carlos è stato colpito con calci e pugni, solo perché ha provato a difendere un ragazzo vittima di omofobia.

ragazzo gay
2 min. di lettura

Oltre tremila persone sabato scorso erano a Brindisi per il Puglia Pride di quest’anno. Ma a 24 ore e a 250 chilometri di distanza, precisamente a Foggia, un ragazzo colombiano veniva aggredito da 5 ragazzini, solo perché si era schierato in difesa di un altro ragazzo, insultato dal branco perché gay.

Calci e pugni per Carlos, aggredito da 5 ragazzini annoiati, come recita il comunicato di Arcigay Foggia “Le Bigotte”, che riporta la notizia dell’aggressione. Carlos è stato picchiato selvaggiamente per il colore della sua pelle e per difendere un coetaneo, di cui non si conosce l’identità.

Nel comunicato, Arcigay Foggia evidenzia quanto sia importante una legge come il ddl Zan, che tuteli la nostra comunità, ma soprattutto che educhi alla diversità e al rispetto delle minoranze.

Ieri notte in una delle piazze più frequentate del centro di Foggia un ragazzo è stato pestato a sangue a causa del colore della sua pelle e per aver difeso un ragazzo aggredito ed etichettato come gay da un gruppetto di ragazzini annoiati. L’hanno preso a calci e pugni, cinque contro uno.

Mentre a Brindisi, in occasione del Puglia Pride, sfilavano centinaia di persone in difesa dei diritti LGBTQ+, noi ci troviamo ancora una volta a dover ribadire la vergogna che proviamo per le nostre istituzioni, che non sono state in grado di garantire alla nostra comunità una legge che la protegga da simili violenze.

Noi non vogliamo fuggire da Foggia, noi vogliamo che Foggia sia amministrata da chi non ha interesse a creare un clima di odio e discriminazione. Vogliamo che nelle scuole si insegni il rispetto di tutte le diversità. Vogliamo una legge regionale che garantisca formazione, prevenzione, accoglienza. Vogliamo tutele per la comunità LGBTQ+, per i nostri fratelli e le nostre sorelle di colore, per le donne, per le persone con disabilità, per tutt*.

Il fatto che sia stato un ragazzo di colore a subire una così violenta aggressione, ci spinge a ribadire la riflessione (a più riprese sottolineata nei nostri interventi pubblici) riguardo la necessità di un’alleanza, di una comunione di intenti, tra le minoranze.
Non vogliamo che sia una guerra, non ci piace il linguaggio bellico, ma in un paese che ci lascia soli e privi di strumenti di difesa, tocca stringerci ai nostri alleati e parare i colpi.

Oggi, con l’amaro in bocca, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e gratitudine a Carlos, a Emanuela e a chi è stato coinvolto nella rissa, ci lecchiamo le ferite ancora una volta, ci affidiamo alle autorità che (speriamo) faranno il loro lavoro e da domani imbracciamo le nostre bandiere arcobaleno per riprendere posto nella nostra pacifica e resistente lotta per la parità di diritti.

Forza Carlos!

Non si conoscono le condizioni di salute di Carlos, né di Emanuele e le altre persone coinvolte. Le Forze dell’Ordine dovrebbero aver ricevuto la denuncia dell’aggressione e iniziato le indagini per individuare il branco di ragazzini.

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