La Germania ha risarcito quasi 250 persone dopo averle indagate o perseguitate in base al tristemente celebre Paragrafo 175 che criminalizzava l’omosessualità, creato nel 1871 e abrogato solo nel 1994. L’Ufficio federale di giustizia tedesco ha dichiarato che su 317 richieste di risarcimento, 249 sono state accolto. In totale sono stati pagati 860.000 euro (732.000 sterline).
Il paragrafo 175 fu rigorosamente applicato dai nazisti e mantenuto attivo nella Germania occidentale e orientale anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Come riportato dall’Independent, l’ufficio tedesco ha precisato che 14 domande sono ancora in fase di elaborazione, 18 sono state respinte e 36 ritirate. Decine di migliaia di uomini gay furono spediti nei campi dai nazisti tra il 1933 e il 1945. Il leader delle SS Heinrich Himmler descrisse gli uomini gay come una piaga che doveva essere sterminata. Fino a 50.000 omosessuali sono stati condannati in Germania Ovest tra il 1949 e il 1969, con condanne annullate solo nel 2002. Gli omosessuali condannati dopo la guerra hanno visto le loro condanne annullate solo nel 2017. 68.300 omosessuali sono stati condannati in tutta la Germania dopo il 1945. L’omosessualità è stata depenalizzata solo nel 1969.
Il risarcimento è pari a € 3.000 per condanna e a € 1.500 per ogni anno trascorso in carcere. Per chi è stato indagato ma non condannato, € 500 a persona, € 1.500 per ogni anno in custodia cautelare e € 1.500 per altri effetti diretti. Nel 2018 Frank-Walter Steinmeier aveva chiesto perdono alla comunità LGBTQ tedesca per i decenni di persecuzione. È stata fissata una scadenza per le domande di risarcimento al 22 luglio 2022.
Anche se l’omosessualità era illegale ai sensi del Paragrafo 175 del codice penale tedesco, prima del Terzo Reich raramente fu applicato, tanto che i deputati del Reichstag furono più volte sul punto di fissarne l’abrogazione. Un’era di libertà sembrava davvero possibile. Appena un mese dopo la sua elezione, Hitler stesso mise fuori legge le organizzazioni omosessuali e chiuse bar e associazioni gay. Furono bruciati persino molti volumi della vasta biblioteca di Scienze Sessuali, in quanto reputati letteratura degenerata, e alla fine del 1933 i primi condannati furono deportati nei campi di concentramento. Un documentario di pochi anni fa, dal titolo Paragraph 175, raccoglie alcune delle (pochissime) storie giunte fino a noi riguardo i perseguitati per motivi sessuali. La condizione di queste persone non fu facile neppure dopo la caduta del Reich: in quanto omosessuali subirono discriminazioni (nella migliore delle circostanze) o vere e proprie persecuzioni anche con gli Alleati. Alcuni uscirono dai campi di concentramento per essere nuovamente portati in prigione o processati. Un dramma senza fine che ha reso molto complicato reperire dati e storie sulle migliaia di uomini e donne coinvolti.
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