Cosa dice l’atroce legge anti-LGBTI dell’Uganda e come favorisce l’epidemia Hiv

Così l'approvazione di una delle più oppressive leggi omobitransfobiche al mondo potrebbe riportare il paese indietro nella lotta all'Hiv.

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uganda legge anti gay
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Come anticipato da Gay.it lo scorso 22 Marzo, l’Uganda ha definitivamente approvato una delle più oppressive leggi anti-LGBTQI al mondo.

Il presidente ugandese Yoweri Museveni, noto per i suoi proclami omobitransfobici, dopo aver rimandato indietro al Parlamento la legge chiedendo di attenuarne lo spirito repressivo per “non urtare la comunità internazionale”, ha infine firmato la seconda stesura della norma anti-LGBTQI, eliminando l’obbligo di parenti e amici di fare outing e denunciare alle autorità le persone LGBTQI+.

L’omosessualità è illegale in Uganda, ma ora chiunque venga condannato rischia l’ergastolo. Sono previste anche delle aggravanti di pena, per i rapporti omosessuali con persone minorenni o con persone affette da malattie sessualmente trasmissibili croniche come l’Hiv: per queste due aggravanti è prevista la pena di morte.

Una legge simile era stata dichiarata incostituzionale in Uganda nel 2014 dalla Corte Costituzionale. Ma ora lo scenario politico sembrerebbe più favorevole a Musuveni, che nel gennaio 2021 è stato eletto Presidente dell’Uganda per la sesta volta consecutiva. Questa mattina la firma del presidente alla legge anti-LGBTI è stata accolta positivamente anche dalla seconda carica dello stato, la presidente del Parlamento

La firma del presidente Museveni è stata accolta positivamente da Anita Annet Among, presidente del parlamento, secondo cui la legge proteggerà la sacralità della famiglia.

Organizzazioni internazionali come il Pepfar, l’UNAIDS e il Fondo Globale si sono dette profondamente preoccupate per gli effetti dannosi del provvedimento anti-LGBTI nella lotta all’epidemia Hiv in Uganda. A causa dello stigma e della discriminazione che ne derivano, il provvedimento ridurrà l’accesso alla prevenzione e alle cure.

Nel 2021, l’89% delle persone che vivono con l’HIV in Uganda conosceva il proprio stato, oltre il 92% di loro stava ricevendo una terapia antiretrovirale e il 95% di coloro che erano in trattamento avevano la carica virale azzerata. (fonte Bbc)

Il parlamento dell’Unione Europea lo scorso aprile aveva condannato il disegno di legge e chiesto agli Stati membri di fare pressioni su Museveni affinché non firmasse, avvisando che erano sul piatto le relazioni con Kampala. Contro la legge a maggio era intervenuta anche la Open for Business Coalition, che riunisce colossi economici come Google e Microsoft. Tuttavia la maggioranza politica che ha promosso il disegno di legge ha risposto che l’Uganda guaderà a nuove partnership commerciali: “Andremo in Arabia Saudita, in Kuwait, in Qatar, negli Emirati Arabi Uniti e il deficit causato da questi tagli potrà essere facilmente rimpiazzato“, ha spiegato uno dei sostenitori, il deputato Asuman Basalirwa.

Il presidente USA Joe Biden, ha definito l’approvazione della legge come una triste violazione dei diritti umani universali e ha chiesto all’Uganda di revocarla immediatamente.

Gli attivisti ugandesi per i diritti LGBTQ+ hanno condannato la legge, avviando azioni legali per annullarla in quanto discriminatoria e in totale violazione dei diritti delle persone LGBTQI+.

Gli Stati Uniti hanno anche revocato il visto al presidente ugandese, sebbene l’ambasciata degli Stati Uniti in Uganda ad ora non abbia ancora rilasciato un commento ufficiale.

L’Uganda in passato ha beneficiato del supporto degli Stati Uniti, dell’UNAIDS e del Fondo Monetario Internazionale per combattere l’Hiv/Aids. Il paese ha compiuto progressi significativi nel raggiungere alti livelli di conoscenza del proprio stato sierologico tra le persone affette da Hiv, nonché nell’accesso alla terapia antiretrovirale e nell’inibizione della replicazione virale.

È quindi fondamentale che la legge venga riesaminata affinché il paese possa garantire un accesso equo ai servizi sanitari e porre fine all’AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030.  Vedremo se le pressioni internazionali avranno gli effetti che ebbero nel 2014, quando la “Kill Gay Law” fu bocciata dalla Corte Costituzionale. Anche questa volta potrebbe finire così. (gf)

 

fonti: The Guardian, Bbc, Reuters, Nigrizia, Africa News, Amnesty International

immagine di copertina: Amnesty International

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gaymotel 20.8.23 - 8:53

Ma i negretti africani clandestini non sono i "benvenuti refugee" tanto amati dal PD, centri sociali, antagonisti, comunisti ecc ?

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