Dopo aver schiumato rabbia in Parlamento, Giorgia Meloni è tornata sui social per replicare a Ursula von der Leyen, dal 1 dicembre scorso Presidente della Commissione europea.
Via Twitter Von der Leyen ha ricordato come “i nostri trattati assicurano che ogni persona in Europa sia libera di essere quello che è, di vivere dove vuole, di amare chi vuole e di mirare in alto quanto vuole. Continuerò a spingere per un’Union Of Equality“, ha conguettato Ursula, con hastag #LGBTI.
A quel cinguettio ha replicato proprio la leader di Fratelli d’Italia, secondo la quale in Italia non ci sarebbe alcun tipo di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali. La Meloni, dichiaratamente in guerra contro il DDL Zan, ha così replicato alla Presidente UE: “Cara signora Von der Leyen, scrivendo #LGBTI ha discriminato diverse persone come Queer, Asessuali, Cisgender, Pansessuali e tutte quelle persone sensibili che si identificano con il simbolo +. È imperdonabile, mio cara bigotta!“. Significativo l’hastag scelto dalla Meloni, ovvero #Weareall+, “Siamo Tutti +“, a voler chiaramente sminuire una comunità quotidianamente discriminata e violentamente colpita, tanto fisicamente quanto verbalmente.
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Questo modo di guardare al mondo LGBTQ+ con disprezzo ridicolizzandolo e ignorandone le problematiche denota i limiti mentali e l'arretratezza culturale di certa destra nostrana. Cosa ancora più evidente se si pensa che i partiti di destra del nord Europa sono quasi tutti pro gay, la CDU della Merkel ha approvato le unioni civili in Germania, i Conservatori inglesi hanno approvato il matrimonio in Inghilterra, fino ad arrivare al caso limite della Le Pen che in Francia usa la difesa dei diritti gay in chiave antimmigrazione omofoba.