Un fantasma si aggira per gli studi Mediaset, è il fantasma del politicamente scorretto. O del politicamente corretto, che si alterna al fratello cattivo come protagonista delle scalette dei principali programmi del Biscione, fra un Gabibbo e un Tapiro d’Oro, tra uno sketch di Pio e Amedeo e le grida di Mario Giordano. Non poteva mancare all’appello nemmeno nella nuova edizione del Grande Fratello Vip, che ha aperto i battenti lo scorso lunedì, ma già ha dato di che parlare per le novità del regolamento.
Come anticipato dal conduttore Alfonso Signorini nelle interviste precedenti all’accensione delle luci della casa, da quest’anno l’atteggiamento della produzione nei confronti di espressioni controverse sarà assai più morbido. Fermamente condannate le bestemmie – quelle pare abbiano significato univoco, mai considerate nell’intercalare di alcune parlate regionali -, così come le offese volontarie, mentre più tollerati quelli definiti come “scivoloni”, parole infelici pronunciate senza malizia. La novità è stata esplicitata ai concorrenti del Grande Fratello Vip, complici le polemiche che hanno travolto nelle scorse ore Katia Ricciarelli, colpevole di aver usato parole di carattere omofobico nei confronti dell’abbigliamento colorato del coinquilino Alex Belli. Ecco le parole pronunciate in diretta da Alfonso Signorini nella seconda puntata del reality show:
Quest’anno il Grande Fratello, con mia grande soddisfazione e gioia, ha pensato di adottare con quello che è definito “politicamente scorretto” un atteggiamento diverso, meno bacchettone. Ne abbiamo tutti le tasche piene. Abbiamo il terrore di parlare. Siamo consapevoli che i social siano sensibili su questi temi, ma a volte tutto acquista una dimensione così surreale che è assolutamente ingiustificata. Non è un libera tutti, perché ogni cosa sarà considerata nella sua intenzione. Saremo rigidi con chi usa espressioni contro le donne, gli orientamenti sessuali, con le bestemmie. Ma se una persona dice una parolaccia o una considerazione che non ha carattere offensivo, è solo una caduta di gusto. E di fronte alle cadute di gusto non vogliamo avere più la bacchetta in mano.
Se appena a febbraio scorso ci si indignava (lasciatelo dire, a buon diritto) di fronte a qualsiasi forma di espressione non conforme al linguaggio televisivo, da questa settimana ogni caso sarà studiato singolarmente dalla produzione del programma. Signorini festeggia l’abbandono del martelletto del giudice, ma dall’altra parte torna in cattedra, assumendo il ruolo di colui che definirà quando l’intenzione di un “ricch*one” sarà denigratoria o meno. Una grana forse maggiore per il conduttore, che chiede sincerità al pubblico che solleva critiche alla trasmissione e richiede di volta in volta provvedimenti disciplinari per chi si dimentica di essere in televisione. Di percepire uno stipendio in cambio della presenza costante delle telecamere, di essere in una casa finta che è più un set cinematografico, di essere semplicemente al lavoro.
Stupisce la reprimenda ai telespettatori, linfa vitale di un format che nella sua storia non ha sempre brillato negli ascolti, che per il conduttore dovrebbero guardare la trasmissione ignorandone le brutture. Meno sentinelle, pronte a segnalare ciò che non va sui social, e più fruitori passivi, anche di fronte al catcalling e alle uscite sessiste del fiero maschio di turno. Facile così, molto facile:
Non sottolineate tutto il tempo scivoloni e gaffe, godetevi l’avventura e appassionatevi alle storie senza pregiudizi. Se un ragazzino di 21 anni usa un’espressione infelice, con quale diritto possiamo dire qualcosa? A casa vostra non lo fate? Ci siamo anche un po’ stancati. Grande senso di rispetto, ma gli scivoloni in buona fede rimangono tali.
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