Il 15 aprile del 2022 vi raccomandavamo in anteprima l’imminente arrivo di una serie di prossima uscita, con giovani attori sconosciuti. Heartstopper, presto letteralmente esplosa, diventando cult Netflix tanto da meritarsi un duplice rinnovo con stagioni 2 e 3 confermate con uno schiocco di dita.
Il 3 agosto è finalmente in arrivo su Netflix la stagione 2 della creatura firmata Alice Oseman, autrice della graphic novel nonché produttrice e sceneggiatrice di un adattamento che si fa sempre più corale e impegnato, nel raccontare le fragilità, la bellezza, le difficoltà dell’adolescenza. A fine stagione 1 avevamo lasciato Nick e Charlie, ovvero Kit Connor e Joe Locke, felicemente fidanzati. In questa seconda stagione Nick e Charlie vivono la loro nuova relazione con sempre più trasporto e dolcezza, con la consapevolezza assoluta di un sentimento che straborda, di un primo amore che li vede illuminarsi, accendersi, quando sono l’uno al fianco dell’altro. Si cercano, si abbracciano, si baciano continuamente, si sfiorano, si pensano, si messaggiano e si guardano con occhi sognanti, ma non senza problematiche da dover gestire e superare.
La sopraffina di Oseman si incunea nelle difficoltà quotidiane di un adolescente queer medio. Nick vuole fare coming out come ragazzo bisessuale, sia con gli amici che in famiglia, con il padre assente e il fratello bullo, ma non ci riesce. Ha paura, timore delle reazioni. Charlie, che l’omofobia l’ha vissuta in prima persona quando a scuola scoprirono della sua omosessualità, non vuole mettergli fretta, anzi, si sente in dovere di supportarlo e difenderlo da eventuali ripercussioni. Nel pensare quasi esclusivamente al benessere emotivo dell’amato, Charlie perde contatto con il proprio, cedendo a disturbi alimentari dovuti proprio a quel bullismo che ha lasciato tracce indelebili sulla sua persona.
Kit Connor e Joe Locke sono ancora una volta splendidi nell’esplicitare le mille emozioni vissute dai due protagonisti, l’abbagliante dolcezza che esplode sul piccolo schermo ogni qualvolta i due si guardano, si stringono, si cercano. A differenza di Sex Education, nel mondo di Heartstopper il sesso non è ancora arrivato. Aleggia su tutti i giovani protagonisti ma è ancora qualcosa che li spaventa, tanto da limitarli ad una fisicità d’altri tempi, con i primi baci a certificare i primi amori.
A differenza della prima stagione, Heartstopper 2 si fa più corale, allargando il proprio sguardo anche agli amici dei due mattatori. Pubblicamente lesbiche dichiarate, Tara (Corinna Brown) e Darcy (Kizzy Edgell) incontrano difficoltà inattese, perché quando colpisce in famiglia, tra le mura di casa, l’omofobia fa danni spesso irreparabili. Ci sono poi Tao (William Gao) ed Elle (Yasmin Finney), amici da una vita che improvvisamente si rendono conto di volere altro, perché quell’amicizia si è trasformata. Il silente Isaac (Tobie Donovan), perennemente con un libro in mano, è alla ricerca del proprio io, del proprio orientamento, mentre Imogen (Rhea Norwood) continua ad incontrare delusioni d’amore e Ben (Sebastian Croft) affronta i propri errori del passato. Più spazio anche per i due prof. Mr Farouk e Mr Ajayi.
Non più regista, perché gli otto episodi di questa stagione 2 sono tutti diretti da Euros Lyn, Alice Oseman ha attinto dalla propria creatura editoriale per parlare di amicizia, amore, lealtà, fluidità sessuale e salute mentale in età adolescenziale. Con una profondità e una amabilità che sbalordiscono. Il mondo di questi studenti, solitamente tutto casa e scuola, per la prima volta si allarga, grazie ad una gita che li vede salutare la provincia inglese per approdare a Parigi. Per 3 puntate Heartstopper cede così ad una trasferta in una grande capitale europea, che aiuterà ragazzi e ragazze a vedere con occhi diversi, più maturi e consapevoli, il proprio imperfetto quotidiano, le sfide della vita che bussano alla porta anche quando sei ancora minorenne e solo apparentemente senza particolari responsabilità.
Dichiaratamente e orgogliosamente LGBTQIA+, nonché fieramente sdolcinato, Heartstopper amplia il proprio sguardo in questa stagione 2, con nuove relazioni, nuove infatuazioni, nuove scoperte di sè, abbracciando anche l’aromanticismo e l’asessualità, aggiungendo lettere ad un acronimo sempre più sviluppato. Un coming-of-age nei fatti, anche nella scrittura, che cresce insieme ai suoi protagonisti, racchiusi in un microcosmo arcobaleno costantemente bombardato da insicurezze e paure, odio altrui e incapacità all’ascolto.
Heartstopper è una sorta di miracolo seriale, perché in grado di mostrare sentimenti che molti di noi hanno vissuto almeno una volta nella propria vita, senza mai renderli volgari, lasciandoli lì, a galleggiare in questa sorta di limbo di assoluta purezza adolescenziale che si accende improvvisamente come una scintilla, tra farfalle animate che animano lo stomaco e fiamme che esplicitano un sentimento, rimarcando continuamente l’insensatezza dell’odio omobitransfobico, il male assoluto che può causare, le sue devastanti conseguenze. È questo che differenzia Heartstopper da tutto quello che abbiamo visto fino ad oggi sul piccolo schermo. È difficile, se non impossibile, non empatizzare con Nick e Charlie, è difficile, se non impossibile, non emozionarsi insieme a loro, commuoversi a causa loro, ai due splendidi attori che li hanno resi reali. Sarà difficile, probabilmente tra un paio d’anni, dovergli dire addio. Nel mentre godiamoceli, perché storie così fanno bene al cuore e alla mente.
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