Nel corso di una chiacchierata TikTok con Olly Alexander, star di It’s A Sin, Sir Ian McKellen ha chiesto alla comunità gay internazionale di sostenere le persone trans. A detta del divo di X-Men e de Il Signore degli Anelli, una pericolosa transfobia di fondo coinvolgerebbe troppo spesso gli omosessuali.
Sento persone gay parlare di persone transgender in modo molto simile a come le persone etero parlavano degli omosessuali. Il collegamento tra tutti noi è che siamo tutti sotto l’ombrello queer – siamo queer. In realtà a me piace essere queer. I problemi che le persone transgender hanno oggi non sono dissimili da quelli che avevano noi un tempo, quindi penso che dovremmo essere tutti alleati, davvero. Ma se lo dici pubblicamente l’ira di Dio scende su di te da certi ambienti.
McKellen, 81 anni, ha poi elogiato It’s A Sin, meravigliosa miniserie firmata Russell T Davies sull’epidemia dell’AIDS che travolse la comunità gay di Londra nei primi anni ’80, con Olly Alexander protagonista. “Mi ha molto coinvolto, è stato meraviglioso”, ha confessato l’attore, che dichiarò pubblicamente la propria omosessualità proprio negli anni ’80.
“Ricordo di aver sentito parlare per la prima volta di AIDS quando ero a New York”, ha detto Ian. “Si diceva che fosse colpa di Ronald Reagan, il presidente degli Stati Uniti che era notoriamente omofobo, che i suoi agenti stavano mettendo del veleno attraverso l’aria condizionata nei club gay, erano teorie complottiste. Ma non lo sapevamo, non sapevamo cosa fosse. Era tutto così confuso. “
Sir Ian ha poi sottolineato come “l’unica cosa buona venuta fuori dall’AIDS” sia stata quella di aver portato a una “crescente consapevolezza dei gay” tra il pubblico mainstream. L’attore ha poi paragonato la propria generazione a quella di Alexander, nato nel 1990. “La mia esperienza è stata così diversa dalla tua per quanto riguarda il sesso e l’essere gay. Invidio la tua generazione”.
Per chiudere, Ian ha confessato come oggi faccia fatica ad usare la parola “queer“, fino a due decenni fa utilizzata come insulto per le persone omosessuali. “Non è facile per me dire quella parola, perché per così tanto tempo è stata una parola di odio”.
It’s a Sin, che nel Regno Unito ha raccolto consensi unanimi e ascolti record per Channel 4, in Italia non ha ancora trovato una distribuzione televisiva.
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