100.000 copie vendute con un libro autoprodotto grondante omobitransfobia, una biografia in uscita, ospitate ovunque tra piazze e tv, partiti politici di destra che lo corteggiano per candidarlo alle europee del 2024. Il generale Roberto Vannacci è ormai una star, in un Paese in cui chi rivendica il “diritto all’odio” si prende incredibilmente gli applausi. Oggi è il settimanale Chi a sbatterlo in prima pagina, con servizio fotografico all’interno abbracciato a sua moglie Camelia e altre incredibili dichiarazioni.
“Razzista io perché ho scritto che i gay non sono normali? Ma se io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo? L’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico. Vi sembra normale una persona che sceglie di fare un lavoro come il mio?”, ha esordito il generale, per poi precisare di non avere assolutamente nulla contro gli omosessuali.
“Ho solo detto che non rientrano nella maggioranza della popolazione. Costituiscono una minoranza, proprio come me, per le scelte che ho fatto. Io sono l’esempio vivente di una persona ‘non normale'”.
Ma a lasciare di stucco sono le parole del generale Vannacci nei confronti delle sue due figlie di 11 e 9 anni, perché se una delle due ragazze confessasse al padre di essere lesbica o fluida, cosa accadrebbe?
“La supporterei, ovviamente. È mia figlia. I figli vanno capiti e sostenuti. Sempre. Certo, se fosse solo un’incertezza dell’adolescenza cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità. Non perché sono bacchettone, ma perché so che da omosessuale incontrerebbe più difficoltà. Gli omosessuali spesso attraversano travagli interiori pesanti. In ogni caso spetterebbe a lei scegliere”.
Parole che guardano indirettamente a quelle terapie di conversione che molti Paesi nel resto del mondo stanno vietando, perché pericolosissime e assolutamente inefficaci. Il generale come vorrebbe “indirizzare” sua figlia verso l’eterosessualità?
Vannacci ha poi negato di aver mai trovato omosessuali nell’esercito.
“Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente. Quanto alle donne nell’esercito, nessuna preclusione, a parità di rendimento. Io ho scritto il mio libro per soddisfazione personale; ho messo insieme gli articoli che volevo pubblicare su ambiente, energia e nuove città. Il resto sono riflessioni personali: tanto che tra me e me lo chiamo ‘il libro delle banalità’, mai avrei immaginato questo polverone”. “Io resto un soldato. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà“.
Europee 2024 con Roberto Vannacci in prima fila?