Anche Matteo Salvini si stringe attorno al generale Vannacci: cosa possiamo trarne?

Dopo Vittorio Sgarbi e altri esponenti di Lega e Fratelli d'Italia a difesa di Vannacci, oggi si unisce anche Salvini. Riflettiamoci su.

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L’accusa mossa più spesso ai movimenti per i diritti sociali è quella di creare una “hive mind, una sorta di mentalità di gregge che sopprime il pensiero critico per fare spazio a un sistema di valori e credenze preimpostato e sacrificare l’individualità.

Il mito del “politicamente corretto” ne è un esempio lampante. Secondo i promotori, l’avanzamento del progresso sociale non è altro che una cospirazione ben architettata per instaurare una “dittatura” del pensiero unico.

In realtà questa teoria è facilmente confutabile. I movimenti per i diritti sociali non hanno nessuna intenzione di uccidere il pensiero critico – o l’umorismo –, ma anzi, ci portano a riflettere sul fatto che stereotipi e opinioni normalizzate – o potremmo dire preimpostate, che danneggiano in qualsiasi modo fette di popolazione in minoranza con meno voce per difendersi, possono essere sfidate e capovolte a beneficio di tutti.

È una ventata di innovazione. Sì, sono secoli che ridiamo con battute sessiste, omobitransfobiche, razziste etc., sono secoli che il modello patriarcale e ciseterobianconormativo governa le nostre vite. Ma l’essere umano è in costante evoluzione.

E se esistesse un modello che, seppur mantenendo e coltivando l’innata curiosità dell’essere umano, sovvertisse secoli di sovrastrutture utili solo ad opprimere tutto ciò che non è considerato lo standard? È una sfida intellettuale non da poco, ma che tutti possiamo raccogliere.

Quando parliamo di hive mind, invece, è molto più facile pensare al conservatorismo – la parola stessa implica stagnazione. Conservare, in questa accezione, vuol dire mantenere uno standard che eleva alcuni e spinge in basso altri. Perché, francamente, ai primi conviene.

Perché privarsi di opportunità, privilegi e spazi quando si ha la fortuna di essere nati con specifiche caratteristiche che – senza alcuno sforzo o particolare talento – ci annoverano nell’”élite”? Perché abbattere un sistema che è a nostro favore?

Per mantenere un sistema di questo tipo e giustificare tuttavia l’oppressione secolare di alcuni gruppi, non si può essere da soli. Rimanere da soli con un pensiero del genere anche solo per qualche minuto porterebbe a dissonanze cognitive e sensi di colpa insostenibili, date le evidenze scientifiche e statistiche che ci raccontano di genocidi, violenze, abusi e chi più ne ha più ne metta.

Ed ecco un esempio perfetto di hive mind nella vicenda che ha coinvolto il generale Vannacci.

Partiamo dal presupposto che il contenuto del libro risulta indifendibile a prescindere dall’orientamento politico di chi lo legge. È un dato di fatto. Omobitransfobia, razzismo, misoginia sono idee dannose, ed è appurato statisticamente quanto lo siano.

La gente muore, subisce violenze e abusi ogni giorno a causa delle idee perpetrate dal linguaggio d’odio. Eppure, la parte conservatrice trova il modo di formulare – e conseguentemente giustificare, intricati concetti per far sì che questo tipo di idee vengano perpetuate.

L’arma di difesa preferita, in questi casi, è la libertà di espressione – cosa per cui peraltro i movimenti sociali si battono da sempre. Libertà di espressione che non viene mai messa in discussione, ci mancherebbe!

Infatti, nessuno ha impedito a Vannacci di autopubblicare il proprio libro e trarne profitto. In una “dittatura del pensiero unico”, probabilmente, ciò non sarebbe potuto accadere. Senza considerare che oggi, “Il Mondo al Contrario” è in vetta alle classifiche su Amazon.

Quello che invece accade, da un po’ di anni a questa parte, è qualcosa di nuovo – che l’uomo bianco eterocis non ha mai sperimentato prima: le conseguenze sociali. Che è più o meno la spada di Damocle che aleggia sulle teste di donne, persone trans, omosessuali, di etnie diverse e con disabilità, colpevoli solo di vivere in una società che le marginalizza.

Oggi, anche il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, difende il generale Vannacci nelle sue dirette social, gli telefona, dimostra sostegno. Mossa che, dal punto di vista prettamente politico, delinea una chiara spaccatura all’interno della maggioranza. Non la prima, sicuramente neanche l’ultima.

Guido Crosetto avrebbe ceduto al politicamente corretto destituendo Vannacci. È questa – parafrasando – l’accusa mossa al Ministro della Difesa dai vari Sgarbi e altri diversi esponenti di Lega e Fratelli d’Italia aka coloro che ci governano. Dalla premier Meloni ancora tutto tace.

Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Io mi comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto leggere.   facile estrapolare qualche frase, lo leggerò tutto. La condanna al rogo come Giordano Bruno non mi sembra ragionevole. Mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un Grande fratello che dice questo lo puoi leggere e questo no” – dice Salvini.

Ecco, qui Vannacci viene paragonato persino a Giordano Bruno, ignorando che una figura storica di questo tipo si sposi pochissimo con il conservatorismo. Bruno è stato bruciato al rogo proprio poiché aveva osato sfidare ciò che esisteva già. Primo errore, quindi.

Vannacci non è un rivoluzionario, mitizzarlo è ridicolo: ha semplicemente raccolto in un saggio idee che fino a pochi decenni fa erano considerate la norma, e in poche parole, si è chiesto perché non potesse restare tutto com’era.   

Eppure, questa vicenda è sicuramente servita a qualcosa. Quella hive mind che ha incoraggiato la destra conservatrice ad esporsi ha finalmente fatto crollare quel sottilissimo velo di ipocrisia che la schermava.

E, nel farlo, scopriamo una destra indebolita, frammentata tra chi si rifiuta di porre un limite e uscire da un binario pericolosissimo, e chi invece – con i propri limiti – è capace perlomeno di ascoltare e di tentare di comprendere istanze diverse.

Come spiega il vicepresidente dei senatori PD Franco Mirabelli.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini a difesa del generale Vannacci sono inaccettabili perché sono la negazione dei presupposti costituzionali della nostra democrazia è confermano due cose: che la cultura dei diritti e del rispetto degli altri è a destra una merce rarissima e che il governo è sempre più diviso e il ministro Crosetto sempre più isolato”.

A sostenere Crosetto, tuttavia, c’è il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, di Fratelli d’Italia:

«Esprimo la mia più totale solidarietà a Guido Crosetto, che si è mosso da uomo delle istituzioni. La Difesa italiana, prima ancora degli americani, oltre dieci anni fa accettò che due militari dello stesso sesso si sposassero. Siamo stati all’avanguardia. Ancora nel 2023 a parlare di questo? Mi viene il sangue al cervello, siamo nel medioevo? »

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