Con una mossa che è certamente segno del clima di revisione a cui negli ultimi mesi sono stati sottoposti tutti i sistemi di Meta e delle sue piattaforme arriva ora una notizia che potrebbe cambiare l’esperienza delle persone trans* e non binarie su Instagram e Facebook. Con un comunicato stampa il Consiglio di Sorveglianza, il gruppo di supervisione indipendente nato nel 2020 con il compito di occuparsi di temi come molestie e incitamento all’odio sulle piattaforme social, ha dichiarato che affronterà un caso legato all’identità di genere e alla nudità su Instagram.
L’obiettivo del Consiglio di Sorveglianza è quello di offrire raccomandazioni politiche all’azienda creata da Mark Zuckerberg, qualora i suoi sistemi non stiano conducendo nel migliore dei modi la moderazione dei contenuti social che non rispettano le linee guida. Su tutte le proprietà di Meta, infatti, vige il Sexual Solicitation Community Standard. L’obiettivo di queste direttive è limitare i contenuti che facilitano, incoraggiano o coordinano incontri sessuali o servizi sessuali commerciali tra adulti, nonché un linguaggio sessualmente esplicito che può portare a sollecitazioni sessuali.
Si tratta in realtà di un problema con cui molti content creator convivono quotidianamente: gli algoritmi di Facebook e Instagram spesso flaggano come inappropriati anche foto o video che nulla hanno a che vedere con la sfera sessuale – siano questi legati all’arte, all’attivismo o alla promozione dei propri lavori social.
Nello specifico, il caso preso in esame dal Consiglio riguarda una coppia transgender e non binaria che in ben due occasioni ha visto i propri contenuti rimossi da Instagram. La prima risale al 2021 e raffigurava i due in piedi in uno stagno con i capezzoli coperti da bende color carne. Il motivo della foto, come recitava la didascalia, era che una delle due persone aveva un appuntamento per un intervento chirurgico al torace ed era partita una raccolta fondi su Patreon per pagare la procedura. La seconda foto bannata è invece del 2022: qui solo una delle due è a torso nudo e i suoi capezzoli sono coperti dalle mani dell’altrə.
La prima foto è stata cancellata per aver violato le linee guida dopo essere stata segnalata da tre utenti per pornografia e autolesionismo; la seconda invece per essere “potenzialmente in violazione delle linee guida” secondo l’IA di Meta.
Il problema fondamentale del controllo sui contenuti delle piattaforme di Meta è proprio l’uso dell’intelligenza artificiale che, essendo fondamentalmente una macchina, non può operare tutte le distinzioni del caso come farebbe un essere umano. Se l’istruzione è quella di individuare corpi nudi, capezzoli o genitali nei contenuti, la macchina li cancella. Senza se e senza ma.
Inizialmente la coppia aveva fatto ricorso contro la decisione di Meta, ma la società era rimasta ferma sulla sua posizione. Solo dopo che i due si sono rivoltə al Consiglio di Sorveglianza è tornata sui suoi passi, dichiarando che i post erano stati cancellati per errore. Nel comunicato, il Consiglio ha affermato che la coppia «ha spiegato che i seni nelle foto non sono quelli delle donne e che è importante che i corpi transgender non siano censurati sulla piattaforma, soprattutto quando i diritti dei trans e l’accesso all’assistenza sanitaria per l’affermazione di genere sono minacciati negli Stati Uniti».
Il caso della coppia non è purtroppo isolato. Spesso su Instagram e Facebook le persone transgender e non binarie sono censurate o bannate. Soprattutto gli uomini trans* vengono denunciati se si mostrano a torso nudo, indipendentemente dal fatto che si siano sottoposti a un intervento chirurgico o meno.
Per questo motivo, il Consiglio di Sorveglianza ha deciso di dare due settimane di tempo a Meta, che entro il prossimo 9 agosto è tenuta a commentare pubblicamente il caso in questione. In vista del termine, sta anche invitando tutti gli utenti di Instagram e Facebook a farsi avanti per condividere le proprie esperienze sulle piattaforme e fornire suggerimenti su come l’azienda possa meglio gestire i contenuti che riguardano interventi chirurgici per l’affermazione di genere, le politiche sulla nudità e sulla sessualità e in generale sul ruolo dei social media come forma di espressione per le persone transgender e non binarie.
La questione non è di certo nuova e in realtà da tempo si parlava di come le piattaforme spesso siano uno spazio non sicuro per le persone LGBTQ+, come ha mostrato anche un recente rapporto di GLAAD. È però la prima volta che viene presa sul serio e per cui si prevedono concreti provvedimenti. In questo caso, l’utilizzo dei social per la comunità e per gli attivisti potrebbe cambiare per il meglio. Non rimane che attendere il 9 agosto per le dichiarazioni ufficiali di Meta.
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