🏳️⚧️ “Trans people do not put us cis women at risk.”
🇪🇸 Spain’s equality minister, @IreneMontero, defended the government’s self-ID bill, after a far-right Vox party MP questioned the consequences for women-only spaces. pic.twitter.com/l8rzF8X7So
— Openly 🏳️🌈 (@Openly) November 3, 2022
34enne Ministro dell’Uguaglianza nel Governo Sánchez II, Irene Montero ha tenuto una masterclass legata ai diritti LGBTQI+, difendendo il progetto di legge sull’autoidentificazione presentato l’estate scorsa. Una proposta di legge che consentirebbe a tutti i cittadini al di sopra dei 16 anni di cambiare legalmente il proprio sesso semplicemente dichiarandone l’intendo con una duplice richiesta nell’arco di quattro mesi. Per i ragazzi dai 14 ai 16 anni servirà invece il consenso dei genitori, mentre tra i 12 e i 14 anni sarà necessaria anche l’autorizzazione di un giudice.
Immancabili le critiche da parte della destra, secondo cui questo ddl minaccerebbe le donne di Spagna. Tesi smontata da Montero.
“Nessun uomo ha bisogno di trasformarsi in donna per violentare le donne, per aggredire sessualmente le donne”, ha precisato la ministra replicando ad un parlamentare di destra che aveva parlato di rischi per le donne cisgender. “Le persone trans non mettono noi (donne cis) a rischio”, ha ribadito Montero. “Sono la disuguaglianza salariale e gli aggressori maschi cisgender che ci mettono a rischio”. Il discorso della ministra è diventato virale.
Oggi come oggi, le persone trans in Spagna devono avere una diagnosi di disforia di genere o presentare la prescrizione di una terapia ormonale prima di poter cambiare legalmente nome e sesso sui documenti ufficiali. In precedenza Montero aveva sottolineato come la Spagna stesse “facendo la storia“, approvando la bozza di legge in discussione, che andrebbe a rappresentare un “gigantesco passo avanti per i diritti LGBTI e in particolare i diritti delle persone trans“.
“Penso che stiamo lanciando un messaggio chiaro non solo quando si tratta di protezione e difesa di tutti… ma anche per l’Europa nel suo insieme. I diritti umani e la garanzia della libertà, dignità e felicità di tutti – chiunque essi siano e chiunque amino – sono le fondamenta del progetto europeo”.
C’è da dire che anche alcuni attivisti LGBTQ+ hanno criticato il disegno di legge, come Mar Cambrollé dell’organizzazione no-profit Plataforma Trans. “È un taglio brutale a ciò che abbiamo richiesto per decenni”, ha detto Cambrollé all’Associated Press. “Non sviluppa politiche specifiche per affrontare la disoccupazione delle persone trans, non approfondisce protocolli per prevenire le molestie nei centri educativi, non parla per noi di un modello sanitario e non tocca lo sport”.
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