La Corte Suprema di Israele prenderà in considerazione la legalizzazione del matrimonio gay, dopo che una associazione LGBTI aveva presentato il 1° novembre una richiesta in tal senso. La Task Force nazionale LGBT di Israele si è subito rallegrata della decisione: secondo la legge israeliana il giudice della Corte Suprema poteva infatti rigettare subito la richiesta e ciò, sottolineano, è un elemento incoraggiante.
La Giustizia israeliana riconosce i matrimoni omosessuali contratti all’estero; è l’unico paese di tutto il continente asiatico a farlo. Tuttavia non è consentito alle coppie gay di sposarsi in territorio israeliano: non esistendo in Israele il matrimonio civile neppure per le coppie eterosessuali (tranne quando entrambi i coniugi sono non-ebrei), il matrimonio può esser formalmente eseguito solamente dalle autorità religiose. Tale restrizione impedisce non solo alle coppie gay di sposarsi, ma anche a tutte le coppie di fatto eterosessuali di essere riconosciute: qualsiasi persona desideri contrar un matrimonio non religioso deve recarsi al di fuori del paese.
‘La realtà in cui viviamo è assurda”, ha dichiarato Oded Fried, direttore esecutivo della Task Force Nazionale LGBT al Jerusalem Post. “Da un lato, i tribunali rabbinici non riconoscono i matrimoni tra persone dello stesso sesso, d’altra parte non intendono rinunciare alla giurisdizione esclusiva di riconoscerli. E’ arrivato quindi il momento per i membri della comunità LGBT di essere cittadini con pari diritti“, ha proseguito. Ed ancora: “Chiediamo che lo Stato conceda il diritto fondamentale che il nostro amore venga riconosciuto e pretendiamo che venga introdotta una legislazione che consenta il matrimonio gay in Israele”.
Se la richiesta non venisse accettata dai giudici, il gruppo ha annunciato che si mobiliterà per l’abolizione della legge che stabilisce che tutti i matrimoni tra ebrei in Israele debbano passare attraverso i tribunali religiosi. Nove anni fa, la stessa Corte Suprema riconobbe le coppie gay sposate all’estero e ordinò all’allora ministro della giustizia di prendere in considerazione il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, ma da allora non è stato fatto nulla.
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