Tra i personaggi televisivi che più hanno incuriosito la platea negli ultimi anni non possiamo non menzionare Jessica Alves, protagonista di tante serate e tanti pomeriggi di Canale 5. La sua storia personale e i suoi numerosi interventi di chirurgia plastica hanno dominato il palinsesto della rete per molte settimane. Chiusa la parentesi della cronaca rosa choc di Barbara d’Urso per decisione aziendale, Jessica e tante altre colleghe di salotto sono rimaste prive di finestre in cui raccontarsi. Eppure oltre il trash c’è sempre di più, le storie le fanno le trame e gli intrecci, non solo i protagonisti. Jessica è una protagonista, di un racconto iniziato 38 anni fa, che vale la pena sottrarre dai lustrini e dai riflettori degli studi tv. Ripercorriamolo per tappe.
La nascita in Brasile e il primo intervento chirurgico
Jessica Alves nasce a San Paolo, in Brasile, il 30 luglio 1983. Carioca da parte di mamma, britannica da parte di padre, Jessica cresce in un ambiente economicamente agiato. Dopo aver fatto fortuna come imprenditori agricoli, i suoi genitori puntano sui servizi, costruendo supermercati, centri commerciali ed appartamenti. Nata biologicamente di sesso maschile, Jessica percepisce già da piccolissima che la sua identità non è conforme assegnatale da chi la circonda. L’incongruenza di genere con cui conviverà per decenni è motivo di bullismo e violenza per tutta l’infanzia e l’adolescenza, periodo in cui soffre anche di disfunzioni ormonali legate agli estrogeni, che le causano ginecomastia. A 17 anni si sottopone al suo primo intervento chirurgico per la riduzione del seno. Il primo di una lunghissima serie.
“Ho iniziato a reinventarmi”, la fuga a Londra e gli interventi
Raggiunta la maggiore età, Jessica fugge dal Brasile e raggiunge Londra per studiare Pubbliche Relazioni al College of Communication. “Tutti erano belli e alla moda, io non ero così, ero ancora quella ragazza grassa con il naso largo. Per fortuna ho avuto un’eredità da parte dei miei nonni, così a 19 anni ho iniziato a reinventarmi”, rivela in un’intervista del 2017. Oltre settanta operazioni di chirurgia plastica, senza contare tutti gli interventi di medicina estetica, che le hanno concesso di entrare anche nel Guinness World Record. Prima di iniziare il processo di transizione, Jessica rivoluziona la forma del viso, gli zigomi, le labbra, più di dieci volte il naso, i glutei. La ragazza documenta tutto sui social, anche il trapianto di capelli, la rimozione di alcune costole, l’impianto di addominali sempre tonici e il filler alle braccia. Nel 2013 le viene diagnosticato un disturbo da dimorfismo corporeo, che non le impedisce di trovare medici disposti ad operarla, arrivando a spendere oltre 725.000 sterline.
La popolarità in televisione (non solo in Italia)
L’attenzione che Jessica nutre per l’estetica incuriosisce i media di mezzo mondo, che individuano nella donna un fenomeno da analizzare, un pretesto per discutere nei salotti di chirurgia plastica estrema. Nel 2017 è tra le protagoniste di Vite di plastica, in onda negli Stati Uniti con il titolo di Botched, mentre nel corso degli anni colleziona un’infinita serie di partecipazioni ed ospitate a programmi televisivi, sia in America che in Europa (conta anche un’espulsione del Grande Fratello Vip britannico per aver pronunciato la n-word). Inizia a diffondersi l’idea di una persona che punta a diventare il Ken Umano, un’etichetta che non sentirà mai di sua appartenenza. “Voglio solo apparire bella ed essere il meglio che possa essere, sia a livello mentale che intellettuale”, rivela, sottolineando di non voler rappresentare un modello di bellezza per gli altri o stabilire un nuovo canone. La chirurgia estetica come maschera, il raggiungimento di un’ideale condiviso di grazia per soffocare la propria identità:
Mi sono sempre sentita femminile e quando ho lottato per avere una personalità più virile, ho deciso di apparire il più maschile possibile. Ma non importa quanto somigliassi a Ken, niente alleviava il dolore di essere Barbie dentro.
In Italia è Barbara d’Urso, come ricordato in apertura, a farla conoscere al pubblico, tra Domenica Live e Pomeriggio Cinque. La presenza frequente di Jessica negli studi di Mediaset la spinge ad imparare l’italiano, che si unisce alle altre cinque lingue che parla fluentemente, complice il suo passato da hostess di volo.
Il coming out come donna transessuale
È gennaio 2020 quando Jessica Alves rivela in un’intervista al Mirror di voler uscire finalmente dal guscio. All’età di 37 anni, la celebrità dei reality afferma di voler intraprendere il percorso di transizione per la riassegnazione del genere. In contemporanea all’annuncio sui giornali, Jessica pubblica una foto sul suo profilo Instagram, attualmente seguito da oltre 1.2 milioni di persone, con cui rende noto anche il nome con cui iniziava a farsi chiamare, cioè Roddy:
Per molto tempo ho cercato di vivere come un uomo: avevo i muscoli, gli addominali e tutto il resto. Non mi sentivo però a mio agio, non ero me stessa. A porte chiuse da tempo vivevo la mia vera natura, da poco ho deciso di mostrare a tutti chi sono veramente. Presto mi farò rimuovere i genitali e quello sarà il passo finale.
Successivamente la scelta di farsi chiamare Jessica, rivelata al mondo intero ai microfoni del programma britannico This Morning, che si è conclusa con la modifica dei documenti anche in Brasile. Dopo essersi sottoposta all’intervento di vaginoplastica a Bangkok, alcuni giorni fa Jessica è tornata nel suo paese d’origine per cambiare il proprio genere e nome sul certificato di nascita.
La voglia di maternità: “Se sarà femmina, la chiamerò Barbara”
“So che si tratta di un intervento molto particolare, ma sogno di vivere l’esperienza della maternità”. In edicola questa settimana l’intervista al settimanale Nuovo di Jessica Alves, che ha destato l’interesse della rete per aver rivelato l’ultimo intervento chirurgico che ha in programma. Un trapianto di utero, tale da permetterle di rimanere incinta e dare alla luce un bambino. Si tratta di un’operazione a dir poco delicata, tra l’altro proibita dalla legge brasiliana, tanto da far pensare che Jessica si affiderebbe ai ferri di un medico non autorizzato al trapianto dell’organo, appartenuto a una donatrice scomparsa prematuramente. Qualora l’intervento andasse a buon fine e Jessica desse alla luce una bambina, già scelto il nome: Barbara, in onore di Barbara d’Urso. La sua mentore, che l’ha resa popolare anche da noi e che ora non può assicurarle nemmeno più uno spazio in trasmissione.
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