Yoweri Museveni, presidente dell’Uganda, non ha firmato l’indecente e criminale legge omofoba approvata il mese scorso dal parlamento, che prevedeva l’ergastolo se sei gay e l’obbligo di outing per parenti, amici e conoscenti. Dinanzi allo sconcerto della comunità internazionale, il 78enne Museveni, presidente dell’Uganda dal 1986, ha ufficialmente chiesto delle modifiche alla legge, in modo tale che non sia considerato un crimine la semplice identificazione di una persona come omosessuale.
In una lettera inviata al parlamento, il presidente ha chiesto di distinguere tra chi semplicemente si identifica come omosessuale e professa uno stile di vita omosessuale e chi commette effettivamente atti omosessuali. Il sesso gay, in sostanza, rimarrebbe reato. Museveni ha chiesto anche la cancellazione dell’obbligo di outing nei confronti delle persone omosessuali, in quanto chiaramente incostituzionale.
Il presidente Museveni avrebbe dovuto firmare la legge giovedì scorso, ma non l’ha fatto. Poche ore prima il Parlamento europeo aveva fortemente condannato una delle leggi più omofobe al mondo. Anche l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, aveva esortato Museveni a non firmarlo.
L’omosessualità è già illegale in Uganda in base a una legge dell’era coloniale che criminalizza gli atti sessuali “contro l’ordine della natura”. La pena è l’ergastolo. In questa nuova legge è stata introdotta la pena di morte per i casi di “omosessualità aggravata”, che riguarderebbe attività sessuali compiute con persone sotto i 18 anni. Secondo Reuters, il vice procuratore generale Jackson Kafuuzi avrebbe consigliato di di rimuovere questa pena di morte per “omosessualità aggravata”.
Il disegno di legge è stato ora spedito alla commissione affari legali del parlamento, da dove dovrà tornare alla Camera per essere discusso e di nuovo approvato. Se ancora una volta votato verrà rispedito a Museveni per essere ratificato. Nei giorni scorsi il presidente aveva chiesto agli scienziati un’opinione sull’omosessualità, per lui anormale, rimanendo scottato dinanzi alla netta risposta.
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