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La Rai è troppo “fluida”, attacco intriso di omofobia a Stefano Coletta da parte de Il Giornale degli Angelucci

Il direttore dei contenuti Prime Time Rai oggetto di un velenoso editoriale pubblicato su Il Giornale.

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Nicolas Maupas Damiano Gavino Un professore amore gay alessandro gassman
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Su “Il Giornale” è stato pubblicato un articolo che ridicolizza Stefano Coletta, Direttore Rai dei contenuti di Prime Time. Il giornalista Luigi Mascheroni definisce Stefano Coletta “Il “Signor Rai” che ha reso fluida la televisione gen(d)eralista”. L’articolo corre sul filo dell’ironia e assesta accuse che il Circolo Mario Mieli di Roma, in un comunicato, ha accusato di “strisciante omofobia”. Ecco cosa scrive, tra le altre cose, il Giornale a proposito di Stefano Coletta.

“L’uomo che trasforma tutto ciò che tocca in un’industria dello spettacolo gay friendly, la televisione come ininterrotto flusso domestico e la fluidità di genere come normalità di rete.” (Luigi Mascheroni su “Il Giornale” 23 Gennaio 2023)
Vi risulta che la Rai sia un manifesto LGBTQIA+? Semplicemente perché Coletta ha fatto (poco, pochissimo!) spazio ad alcuni contenuti rappresentativi di minoranze altrimenti dimenticate dalla tv pubblica?

“La liquidità sessuale come state of mind, il trionfo queerness di Blanco&Co., il gay-glam di Achille Lauro, eros ultrapop e piume di struzzo. Il tweet trend topic Sanremo2022 fu quello di Mario Adinolfi: «Una volta Sanremo era lo specchio del Paese. Ora pare un manicomio dove sono tutti fluidi e vanno in giro mezzi nudi e coi capelli pitturati come un tribù cheyenne». (Luigi Mascheroni su “Il Giornale” 23 Gennaio 2023)

Il giornalista se la prende con Blanco e cita Adinolfi: non abbiamo altro da aggiungere.

Stefano Coletta “sa orchestrare come pochi il circo RAInbow della prima serata come un generoso mangiafuoco indulgente e comprensivo che si è messo in testa di guidare la transizione dalla tv di genere alla gender television” (Luigi Mascheroni su “Il Giornale” 23 Gennaio 2023)

L’ossessione per il gender ha contagiato anche il giornalista Luigi Mascheroni, che insegna Teoria e tecniche dell’informazione culturale all’Università Cattolica di Milano.

Per il Giornale, Stefano Coletta è “il «Genitore 1» dell’Italia democratica, progressista e Lgbtq, legatissimo al «Genitore 2», Serena Bortone, nel cui programma le casalinghe si commuovono perché il figlio del portinaio non può pagarsi gli ormoni per la crescita delle tette.” (Luigi Mascheroni su “Il Giornale” 23 Gennaio 2023)

Tra “Onlyfans” e “drusille” (menzionati nell’articolo), accuse velatamente calunniose (come un venticello), del tipo “GayUno, GayDue, GayTre”, l’articolo scende in basso, molto in basso, con pungoli di natura personale: “Il venerdì sera, quando inizia Ballando con le stelle, da godersi dopo cena con gli amici: seta, raso, piume, civetterie, vendette e spetteguless. Il giorno del matrimonio di Alberto Matano col suo compagno, e Stefano era felice come se fosse lui lo sposo.” (Luigi Mascheroni su “Il Giornale” 23 Gennaio 2023)

Infine il giornalista ci parla delle sue ricerche Instagram, e scrive:“Comunque, se segui su Instagram Stefano Coletta dove è attivissimo millantando una sua certa cultura accademica – per affinità l’algoritmo ti suggerisce: Tiziano Ferro, Vladimir Luxuria, Alberto Matano, Drusilla Foer, Arisa, Achille Lauro e Fiorella Mannoia con la foto account che sventola la bandiera arcobaleno.”
Alla destra di Governo, affaccendata con cliniche private e stabilimenti balneari, davvero non pare vero poter attaccare un dirigente Rai osservando l’interfaccia dei correlati Instagram!

Il Gruppo Angelucci, già proprietario de “Il Tempo” e “Libero” è il nuovo editore de Il Giornale, dopo averlo rilevato dalla famiglia Berlusconi.

Antonio Angelucci, deputato abruzzese da 4 legislature in Parlamento nelle file di Forza Italia, è anche il proprietario di numerose cliniche private, tra cui il San Raffaele. Secondo molti osservatori, il Gruppo Angelucci sta costituendo un grosso polo editoriale di destra per poter fare pressioni sulla politica e ingrandire il business della sanità.

È la nuova destra che va costruendo la propria identità culturale dietro la presa di potere di Meloni: articoli scritti per ridicolizzare persone e stili di vita. Una destra che auspica l’oscuramento di qualsiasi contenuto che possa rappresentare persone diverse da italiani bianchi cisgender eterosessuali. Si comincia scrivendo certi articoli e poi, come la storia insegna, pian piano le cose precipitano da sé.

 

 

In copertina Nicolas Maupas e Damiano Gavino in una scena della fiction Rai “Un professore” (fece polemica la scena del bacio tra i due)

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