Scrivo questa e-mail mosso da una semplice motivazione. Sono Alessandro, ragazzo gay 23enne di Torino, col desiderio fin’ora rimasto irrealizzato di avere una o più amiche lesbiche. Forse a Torino ne siamo a corto? Non penso! Purtroppo io devo restare a guardare, o meglio ascoltare le storie di altri miei amici gay, che vivono lontano da Torino, e hanno rapporti di amicizia con ragazze lesbiche.
Io frequento il circolo Arcigay Maurice, e tutti mi hanno vivamente sconsigliato di farmi vivo la sera del gruppo lesbiche… probabilmente non ne sarei uscito vivo… entro in una stanza di chat per lesbiche e mi ritrovo con migliaia di coltelli piantati nella schiena… non nego la diffidenza che ci può essere in un ragazzo, specialmente se pensiamo al solito etero represso che tanto si attizza ad immaginarsi di fare il maialetto con le lesbiche.
Ho forse qualche colpa IO per essere nato come individuo di sesso maschile? Io non ho mai odiato le donne, anzi, sono pieno di amiche che mi riempiono di amore ed affetto, sebbene esse non siano mai state fino adesso la meta dei miei desideri amorosi e/o sessuali, ma fare del sesso una condizione di discriminazione è davvero assurdo… specie se questo si verifica anche fra gay e lesbiche. Io ovviamente non faccio di tutta l’erba un fascio, ma vorrei che la mia idea di ragazza lesbica cambi, e che si tramuti in un’idea di RAGAZZA AMICA. Qualcuno/a mi farà cambiare idea?
Un abbraccio e grazie a tutti/e
Caro Alessandro,
la tua lettera testimonia un fatto reale e concreto: la persistente chiusura e ostilità da parte di alcune (per fortuna solo alcune) donne lesbiche nei confronti dell’altro sesso, in generale, ma talvolta anche nei confronti di altre donne eterosessuali. Si tratta effettivamente di una discriminazione propriamente sessuale, che io stessa (benché circondata da amici e amiche gay e lesbiche, e benché attivamente impegnata anche professionalmente nella e per la comunità omosessuale) ho sperimentato in diverse occasioni sulla mia pelle.
Riconosco che una buona dose di diffidenza sia molto radicata in persone che, spesso, hanno trascorso buona parte della propria vita soggette all’intolleranza e all’oppressione anti-gay. Certo, questo si può capire. Ma è paradossale che, dopo tanti anni di lotta che pure hanno prodotto molti risultati positivi in termini di qualità della vita delle persone omosessuali, ci siano ancora delle lesbiche che si ostinano a rinchiudersi, con le proprie mani, in un ghetto: quel ghetto contro cui il movimento gay ha aspramente combattuto.
Perché accade ciò? Vorrei evitare ogni generalizzazione, ma in alcuni casi questa chiusura ideologica sembra appesa a problemi personali di riconoscimento e alla volontà di mantenere alzati baluardi dalla cui esistenza si fa dipendere la propria identità. Come dire: il problema non è certo tuo, Alessandro. Che fare? Ti consiglio di non perderti d’animo. Un’amica lesbica può essere veramente dolce e cara, un bene prezioso anche per te. Quindi continua la ricerca e, soprattutto, non pensare che avrai da tutte le donne lesbiche la stessa reazione che finora hai purtroppo sperimentato. Fammi sapere se ci sono novità.
di Antonella Montano
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