- Si celebra il 20 Ottobre 2022 lo Spirit Day, una ricorrenza annuale che cade ogni terzo giovedì di ottobre per sensibilizzare sul bullismo omobitransfobico subito dagli adolescenti appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
- Ideato dall’allora teenager americana Brittany McMillan nel 2010 con un post su Tumblr, lo Spirit Day è un movimento grassroots che nasce dall’osservazione di un fenomeno tristemente ancora attuale nel 2022, ovvero quello dei suicidi tra i giovani LGBTQIA+ in seguito a feroci episodi di bullismo da parte dei coetanei.
- Lo Spirit Day è diventato oggi una celebrazione internazionale promossa da diverse figure istituzionali e celebrità, che esorta i partecipanti ad indossare il colore viola durante la giornata per sensibilizzare sugli impatti devastanti del bullismo perpetrato verso gli adolescenti LGBTQIA+, e per commemorare coloro che – arrivati all’esasperazione – si sono tolti la vita.
- Il termine “Spirit Day” è associato al colore viola della bandiera arcobaleno simbolo della comunità LGBTQIA+.
Breve storia dello Spirit Day dal 2010 a oggi
Il primissimo Spirit Day ebbe luogo nel lontano 20 ottobre 2010, curiosamente un mercoledì. La tradizione ufficiale del terzo mercoledì di ottobre arrivò solo nel 2013, con l’ufficializzazione della giornata.
Fu l’adolescente Brittany McMillan a creare e condividere su Tumblr per la prima volta una semplice grafica che si componeva di un’immagine a sfondo viola a titolo “Rest in peace: Spirit Day, 20 October 2020”. Attorno, diversi titoli di giornale riportanti i nomi dei ragazzi che – esasperati dal bullismo omobitransfobico – si erano tolti la vita.
Il movimento fu notato dalla GLAAD, una no profit LGBTQIA+ per il monitoraggio degli episodi omobitransfobici nei media, che lo promosse sul proprio sito web fino a farlo diventare una celebrazione ufficiale per la comunità LGBTQIA+ nel 2016.
Oggi lo Spirit Day coinvolge diverse celebrità, e oltre 1.6 milioni di partecipanti a livello globale ogni anno. Le iniziative sono tantissime, specialmente nelle scuole– terreno fertile per gli episodi di bullismo di ogni tipo.
“È chi partecipa a rendere lo Spirit Day ciò che è oggi. Non c’è un regolamento chiuso, l’unico comune denominatore è il colore viola, che va utilizzato solo come punto di partenza. Da lì, è possibile creare flash mob, eventi, arte e altre forme per celebrarlo” ha spiegato McMillan in occasione della canonizzazione della giornata.
Tyler Clementi: il volto dello Spirit Day
Se lo Spirit Day oggi è dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita a causa del bullismo omobitransofbico, fu la storia di Tyler Clementi a spingere l’ideatrice dello Spirit Day a pensare a un’iniziativa dedicata proprio a questo fenomeno.
Tyler aveva solo 18 anni quando il peso delle angherie subite da parte del proprio coinquilino e di altri coetanei divenne troppo da sopportare, spingendolo a togliersi la vita la sera del 22 settembre 2010.
“Ho scoperto che il mio compagno di stanza è gay”.
L’odissea di Tyler era cominciata con un tweet da parte di Ravi, suo nuovo compagno di stanza al college. Ravi si era da subito dimostrato diffidente e non aveva nascosto i propri pregiudizi verso l’orientamento sessuale del proprio compagno di stanza.
Fu quando nascose una webcam e spiò Tyler in atteggiamenti intimi con un coetaneo, condividendo poi il video su internet, che il giovane decise di farla finita gettandosi dal George Washington Bridge.
Il 2010 fu un anno particolarmente nero e costellato di episodi di cronaca di questo tipo in America: Tyler era la quinta vittima solo a settembre.
Il bullismo omobitransfobico oggi
Secondo i rilevamenti più recenti della Gay Help Line di Gay Center nel 2019, il 70% degli adolescenti italiani omosessuali è vittima di episodi di bullismo omotransfobico a scuola. Ma per il 12%, le angherie continuano anche a casa: gli episodi discriminatori in famiglia sono in costante crescita.
E solo un minore su 60 crede che denunciare possa servire a qualcosa.
Proprio per questo motivo, le iniziative come lo Spirit Day sono più che mai importanti per dimostrare vicinanza a coloro che oggi lottano contro le discriminazioni omobitransfobiche: la mobilitazione collettiva è fondamentale per rompere il silenzio.
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