HIV, le cure, le sperimentazioni, il vaccino: a che punto siamo

Grazie alla scienza l'HIV non uccide più come un tempo. Ma, in attesa del vaccino, è sbagliato abbassare la guardia, perché la convivenza con il virus è difficoltosa e l'AIDS è ancora una malattia terribile. Gli ultimi aggiornamenti.

HIV cure
cura Hiv Aids Gay.it
6 min. di lettura


A Londra, alla fine di ottobre si è svolta la 18esima Conferenza Europea sull’AIDS (European AIDS Conference), dove si è discusso delle attuali cure per l’infezione da HIV, delle sperimentazioni e dell’impatto sulla popolazione mondiale.

Sono passati quarant’anni dalla pubblicazione sul New York Times di un articolo che documentava l’arrivo di una nuova e sconosciuta malattia poi identificata con AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome). Da allora, quando una diagnosi di infezione da HIV era equiparabile a una condanna a morte, la situazione è totalmente cambiata, e le sperimentazioni procedono tra fallimenti e barlumi di speranza.

Michael Brady, consulente per l’HIV e medico del Terrence Higgins Trust ha dichiarato: “I progressi nella terapia dell’HIV nell’ultimo decennio circa hanno fatto sì che il trattamento sia ora molto più facile da prendere, ha molti meno effetti collaterali e abbiamo più opzioni da offrire alle persone che vivono con l’HIV, rendendo più facile adattare la terapia alle esigenze individuali”.

“Con l’aumento della gamma di opzioni per il trattamento dell’HIV, saremo sempre più in grado di migliorare la salute e il benessere di tutti coloro che convivono con l’HIV, il che sosterrà il nostro obiettivo di porre fine alla trasmissione dell’HIV nel Regno Unito entro il 2030”.

HIV – Cure attuali

I farmaci oggi a disposizione riescono a bloccare la replicazione del virus con successo, al punto da rendere la sua presenza nel sangue non rilevabile e l’aspettativa di vita di un sieropositivo molto vicina a quella di una persona sana.

Stando alle dichiarazioni di Luca Butini, consigliere nazionale di AnlAids e responsabile del Centro per lo studio e la cura delle immunodeficienze dell’adulto SOSD Immunologia Clinicadell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona:

“La terapia oggi consiste nell’assunzione di poche pillole al giorno, in molti casi una sola contenente più molecole combinate, e gli effetti collaterali sono una rarità. Una modalità destinata a migliorare ulteriormente visto che presto per alcuni soggetti sarà possibile, in alternativa, sottoporsi ad una iniezione intramuscolare (o meglio due, ma nello stesso momento) ogni due mesi e in futuro i farmaci saranno disponibili anche attraverso impianti sottocutanei da ricaricare ogni anno”.

In questi anni la terapia è stata semplificata, facendo degli enormi passi avanti senza perdere in efficacia: se in passato i pazienti dovevano assumere diversi farmaci, diverse volte al giorno, con il rischio di dimenticanze e scarsa aderenza alla terapia, ora il loro numero è stato ridotto a una singola pillola quotidiana, nella maggioranza dei casi.

HIV – I farmaci long acting

Risale allo scorso anno la notizia dell’approvazione dei primi farmaci long acting per HIV, ovvero farmaci con una lunga emivita (che rimangono cioè in circolo nell’organismo più a lungo prima di essere metabolizzati e smaltiti): due farmaci antiretrovirali chiamati rilpivirina e cabotegravir possono ora essere somministrati con un’iniezione intramuscolo ogni 2 mesi, riducendo ancora di più lo stress dei pazienti e i rischi di errore nelle terapie. Una vera e propria rivoluzione.

Le sperimentazioni cliniche hanno mostrato la sicurezza e l’efficacia di questa nuova formulazione. Se tutto va bene potremmo averla anche in Italia nel 2021. (Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele)

La terapia iniettabile è la fase successiva nell’evoluzione della terapia dell’HIV e, penso, avrà un enorme impatto per le persone che lottano, per qualsiasi motivo, con l’assunzione regolare di compresse. Le prove della ricerca e l’esperienza nella vita reale delle terapie iniettabili sono molto promettenti con i benefici, per la maggior parte delle persone, che superano considerevolmente qualsiasi potenziale effetto collaterale o problema”, ha dichiarato Michael Brady.

L’11 ottobre, lo Scottish Medicines Consortium è diventato uno dei primi organismi clinici ad approvare i trattamenti iniettabili, con iniezioni da somministrare ogni due mesi. Tuttavia, non è chiaro quando il trattamento sarà effettivamente prescritto dal NHS Scotland. Il 18 novembre è stato annunciato che anche il National Institute for Health and Care Excellence ha approvato l’introduzione di antiretrovirali iniettabili, da somministrare ogni due mesi, in Inghilterra e Galles.

Il Canada è stato un leader internazionale in termini di antiretrovirali iniettabili. Gli antiretrovirali iniettabili sono stati approvati nel marzo 2020 e sono stati regolarmente somministrati ai pazienti da settembre 2020. L’approvazione nel marzo 2020 era per la somministrazione ogni due mesi.

La maggior parte dei pazienti necessita di una fase di introduzione orale, ovvero un paziente non può passare direttamente al trattamento iniettabile, senza averlo assunto per via orale per un mese o più. In un gruppo canadese, con oltre 1000 pazienti in trattamento iniettabile, è stato rilevato un fallimento virologico solo in 13 partecipanti (una cifra bassa).

Si sta sperimentando l’efficacia e la sicurezza di altre molecole long acting tra cui islatravir e lenacapavir. Quest’ultimo potrebbe essere addirittura somministrato con un’iniezione sottocutanea ogni sei mesi”, spiega Antonella Castagna, professoressa ordinaria di Medicina del San Raffaele.

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HIV – La strada dell’editing genetico

HIV – Editing genetico

Estirpare l’HIV grazie all’editing genetico? È stata appena approvata per l’inizio della sperimentazione sull’uomo dalla Federal Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici e delle terapie mediche, la cura genica volta ad eradicare del tutto il virus dell’immunodeficienza umana dagli individui contagiati.

Il farmaco EBT-101, sviluppato anche con il contributo del team del prof. Pasquale Ferrante dell’Università Statale di Milano, ha dato prova di efficacia negli esperimenti effettuati sui topi e sulle cellule umane nello studio in vitro. Dietro allo sviluppo della terapia campeggia la tecnologia CRISPR/Cas9, che ha permesso alle due scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna di ottenere il Premio Nobel per la Chimica nel 2020.

Le pratiche di modifica genetica, avanguardia della biotecnologia, potrebbero quindi rappresentare la strada per l’eliminazione definitiva del virus dall’organismo dei pazienti infetti, che oggi combattono l’HIV con numerosi farmaci, che tuttavia si limitano a bloccare il processo di replicazione, non ad eradicarlo.

HIV – Vaccini e tecnologia mRna

Come spiega il professore Giovanni Guaraldi: “Questi farmaci antiretrovirali così utili, anche se meno tossici rispetto ad anni fa, possono comunque essere dannosi a lungo termine per il nostro organismo, quindi se fosse possibile utilizzare una strategia differente sarebbe preferibile. Inoltre, è difficile che una persona sia disposta a sottoporsi con questi farmaci a una profilassi pre-esposizione (prep) per molti anni, a maggiore ragione in assenza di un problema concreto e solo come precauzione: proprio per questi motivi, l’identificazione di un vaccino permetterebbe di fare un balzo in avanti contro la lotta a questo genere di infezione”.

Proprio in questo senso, la vera svolta dopo decenni di tentativi falliti potrebbe essere la tecnologia a rna messaggero (mRna). Anche se è prematuro fare pronostici, la notizia arrivata in piena estate dall’azienda Moderna che ha iniziato i trial clinici per la sperimentazione di una formulazione vaccinale a mRna ha alimentato un certo ottimismo.

Da una trentina d’anni ormai si parla di un possibile vaccino contro il virus dell’immunodeficienza umana hiv. Nonostante le ultime notizie finite sulle cronache raccontino dei risultati negativi degli studi clinici per la formulazione vaccinale prodotta da Johnson & Johnson, la ricerca di una profilassi in grado di proteggere dall’infezione non conosce soste: come sempre nella ricerca vaccinale, si cerca un candidato in grado di fornire la giusta sicurezza e un’elevata efficacia.

HIV – Covid-19

Come sopracitato, a sperimentare il vaccino a mRna contro l’HIV è stato proprio Moderna, una delle prime aziende ad avere sviluppato fornire un vaccino efficace contro l’infezione da Covid 19. 

La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza con più rapidità del previsto il potenziale della tecnologia che si basa sull’utilizzo dell’rna messaggero, e i tanti studi condotti hanno permesso notevoli passi avanti in tempi rapidi nell’analisi di questa tecnica di realizzazione dei vaccini, che promette di rivoluzionare la prevenzione per tante altre malattie, Aids incluso.

Purtroppo, sappiamo già che anche nella migliore delle ipotesi i tempi per la sperimentazione e approvazione del vaccino in grado di prevenire l’Aids saranno molto più lunghi di quelli contro Sars-Cov-2. Come minimo serviranno ancora 5 anni affinché una formulazione vaccinale possa completare l’iter di approvazione.

HIV – resistente e anticorpi monoclonali

Un’altra delle sfide terapeutiche è rappresentata dalla necessità di ottenere la viremia (la presenza di particelle virali nel sangue) non rilevabile anche in una piccola porzione di pazienti, 2-3% del totale, detti “multi resistenti”, ovvero i pazienti per i quali le 4 classi di farmaci antiretrovirali oggi in uso non sono più sufficienti a controllare la replicazione del virus dell’HIV.

Un primo esempio concreto è la possibilità di somministrare loro per via endovenosa un anticorpo monoclonale (ibalizumab) ogni due settimane. L’anticorpo non blocca direttamente la replicazione del virus, ma ostacola il suo ingresso nelle cellule bersaglio, legandosi al recettore CD4, che è lo stesso usato dal virus per entrare in queste cellule. (Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele)

HIV – test e test fai da te

In questa mappa realizzata dall’Istituto superiore di sanità si possono trovare tutte le strutture pubbliche o private dove ci si può sottoporre a un test per l’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili tramite un prelievo di sangue.

Dal 2017 inoltre si può anche fare un test di autodiagnosi, acquistabile da tutti in farmacia (anche online) per 20 euro: è un test rapido, per cui basta una goccia di sangue da ottenere pungendosi un dito. È attendibile e bastano venti minuti per farlo e ottenere il risultato: nel caso in cui risulti positivo, l’esito deve poi confermato da un test su prelievo.

Per avere altre informazioni sull’HIV, sull’AIDS e in generale sulle malattie sessualmente trasmissibili si può telefonare a un numero verde dell’Istituto superiore di sanità dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 18: il numero è 800 861061 e gli operatori che rispondono danno consigli e indicazioni gratuitamente – anche in inglese, francese e portoghese – e rispettando l’anonimato di chi chiama.

 

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