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Madonna premiata in quanto icona e attivista LGBT: “Mi sono sempre sentita una outsider”

Prima donna a ricevere l’ambito Advocate for Change Award, Madonna ha commosso la platea dei GLAAD Awards con il suo potente discorso.

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Annunciato, attesissimo e finalmente arrivato. Nella giornata di ieri Madonna è stata celebrata ai GLAAD Awards con il premio Advocate for Change Award per il suo ruolo di amica, attivista e icona della comunità LGBT.

Madrina di Stonewall per i 50 anni dei Moti, la popstar, tra poco più di un mese di nuovo nei negozi di dischi grazie alla sua ultima fatica Madame X, è così diventata la prima donna di sempre a ricevere questo riconoscimento, nel 2013 assegnato all’ex Presidente Bill Clinton.

Madonna è sempre stata e sarà sempre il più grande alleato della comunità LGBTQ ed è giusto onorare e celebrare il nostro più grande difensore al più grande eventi GLAAD di sempre”. “Dalla crisi dell’HIV alle questioni internazionali, ha lottato senza paura per un mondo in cui le persone LGBTQ fossero accettate. La sua musica e la sua arte sono stati punti di riferimento per la gente LGBTQ nel corso degli anni e le sue parole e le sue azioni hanno cambiato innumerevoli cuori e menti”, ha dichiarato Sarah Kate Ellis, Presidentessa e CEO di GLAAD.

Visibilmente commossa, Madonna ha ricevuto il premio da Anderson Cooper, Mykki Blanco e Rosie O’Donnell, prima di lasciarsi andare ad un potentissimo discorso d’accettazione: “Significa molto per me, perché ho messo sangue, sudore e lacrime nel lavoro che ho fatto negli anni a favore del cambiamento. Perché ho sempre lottato per il cambiamento? Rispondere non è facile. È come spiegare l’importanza della lettura o il bisogno di amare. Crescendo, mi sono sempre sentita una outsider, come se non fossi “a norma”. E non era solo perché non mi depilavo le ascelle, semplicemente non riuscivo a “conformarmi”. Il primo gay che abbia mai incontrato si chiamava Christopher Flynn. Era il mio insegnante di danza al liceo ed è stato la prima persona che ha creduto in me, che mi ha fatto sentire speciale come ballerina, come artista e come essere umano. So che quello che sto per dire può sembrare superficiale e banale, ma è stato il primo uomo a dirmi che ero bellissima”.

Fu proprio Flynn a portarla nel suo primo club gay. E fu folgorazione: “Per la prima volta vedevo uomini che si baciavano, ragazze vestite da ragazzo, giovanotti in hot pants, danze folli e incredibili e una sensazione di libertà e gioia che non avevo mai sperimentato prima. Finalmente non mi sentivo più sola, sentivo che era giusto essere diversi, non essere come tutti gli altri. Che, dopotutto, non ero un “mostro”. Era come sentirsi a casa, e questo mi dava speranza”.

Arrivata a New York con pochi soldi in tasca e tanta voglia di sfondare, Madonna vide la Grande Mela piegarsi all’AIDS, che in pochi anni la costrinse a partecipare a più di un funerale: “La piaga coprì in un batter d’occhio la città come un nuvolone scuro e in un attimo si è portata via gli amici più cari. Prima ho perso il mio miglior amico e coinquilino Martin Burgoyne e poi Keith Haring. Decisi che avrei preso il toro per le corna e combattuto davvero”.

A fine giugno, per il World Pride di New York, c’è chi sogna una partecipazione attiva della cantante, in modo da concludere nel migliore dei modi una strada per lei piastrellata con i colori dell’arcobaleno. Da sempre.

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