Nelle scorse ore Mahmood è stato ospite di Vanity Fair Stories 2021, festival del magazine previsto dal 26 al 28 novembre. Il cantautore milanese è stato intervistato dal direttore Simone Marchetti, svelando il proprio pensiero sui recenti casi di cronaca politica che hanno riguardato i diritti civili italiani. Il riferimento è al DDL Zan, affossato in Senato dopo mesi di discussioni in aula e in televisione, tra polemiche social e campagne a sostegno della legge contro l’omotransfobia e l’abilismo.
Mahmood ha commentato la tagliola scattata nei riguardi del DDL Zan, alla quale è seguita l’esultanza a Palazzo Madama di alcuni senatori contrari al disegno di legge. L’artista, dapprima distante da certe prese di posizione che non fossero in tema musicale, da tempo non si sottrae dal rendere noti i propri giudizi su questioni di carattere sociale. Il suo disappunto è chiaro:
L’ho vissuto come uno sconforto generale, ho sentito di subire un po’ di derisione e di mancanza di rispetto. La reazione del Senato è stata fare cento passi indietro. Non è solo la mancanza dell’approvazione della legge, ma il modo in cui è stata affossata è stato triste. Non mi identifico in quel tipo di politica, ma in una in cui c’è sempre del rispetto. Che lì non c’è stato.
Prima di diventare Mahmood, quando agli occhi delle persone non era altro che Alessandro Mahmoud, anche il vincitore di Sanremo ha vissuto sulla propria pelle la violenza verbale di chi non viene talvolta accettato dalla comunità. L’artista ha ripercorso gli anni più bui, condivisi da tanti altri ragazzi in giro per l’Italia, lanciando un messaggio di speranza per le nuove generazioni:
Le volte in cui ho vissuto episodi ero al liceo e alle medie, quando non avevo le armi per difendermi. Una volta cresciuto e diventato maturo, in quei casi non mi sono mai sentito attaccato. Semplicemente posto allo stesso piano di chi mi rivolgeva un insulto. Durante la mia adolescenza sono sempre stato circondato da persone che mi volevano bene e mi facevano capire che quelle cose non erano importanti. Ma più passa il tempo e più vedo che i ragazzi sono coraggiosi, prima si rimaneva più in silenzio, invece oggi tutti cerchiamo e pretendiamo tutele.
Tutele e difese da parte dello Stato, che ha il compito di schierarsi dalla parte di chi ancora oggi subisce soprusi per la propria identità. Ma l’amore? Quello spetta a ciascuno di noi trovarlo ed approvarlo. Un compito difficile per Mahmood, che durante la chiacchierata ha svelato quali devono essere le caratteristiche pressoché imprescindibili affinché una persona possa catturare il suo interesse:
Se a una persona piacciono i Pokémon, attira la mia attenzione. Un’altra cosa che mi attrae? Se sai cucinare sono già 100 punti in più. Ma non mi innamoro da un sacco, è difficile farlo. Per me è importante, ma è necessario che concorrano un insieme di cose. Mentre non mi fa innamorare un certo tipo di insicurezza: quando percepisco che il vanto è frutto di un’insicurezza, lì mi tengo a distanza.
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