Una pioggia di bottiglie di vetro e poi gli insulti. Fortunatamente, Fabio (la vittima) non è rimasto ferito dall’incursione. A riferire l’ennesima aggressione omofoba, questa volta avvenuta a Manfredonia (provincia di Foggia), è Francesca Brancati, scrittrice e attivista lgbt, in un video su Facebook.
Fabio, la vittima, è un suo amico. Dopo il fatto si sono incontrati e le ha raccontato quanto successo.
Questa sera un mio amico passeggiava con il suo cane nei pressi della piazzetta di Manfredonia, nello spazio sottostante la piazzetta, quando a un certo punto una scarica di bottiglie di vetro piove da un balcone, dalla terrazza, e per fortuna, diciamo, non colpisce il bersaglio. Tutto questo è stato seguito da una raffica di insulti, o meglio sghignazzate, e versi di natura omofoba. Sembra quasi fatto apposta in un periodo in cui si sta discutendo moltissimo della legge Zan, gli animi sono veramente molto caldi.
Manfredonia, città accogliente ma non immune all’omofobia
Francesca, nel suo video, non può nascondere la delusione per quanto accaduto in una città come Manfredonia, sempre accogliente ma per questo non immune all’omofobia. E ha una sua teoria:
Sono molto marginali questi episodi però accadono e accadono anche perché evidentemente si sta parlando molto, anche nelle famiglie suppongo. Si accende la TV, si ascolta il telegiornale, e semmai ci si scambia delle opinioni. E quando si scambia, il problema non sussiste. Quando si prendono delle posizioni radicali rispetto all’intolleranza, che poi diventa pericoloso. Con questo, non do la colpa solo agli educatori e quindi alle famiglie se tutto questo accade e se i nostri ragazzi con le bottiglie non ci giocano come facevamo una volta noi, quando ci mettevamo in cerchio e facevamo obbligo o verità, ma preferiscono scagliarle contro una persona omosessuale solo perché ha i calzini a pois o porta uno Shar pey al guinzaglio.
Quando Fabio è arrivato a casa di Francesca, dopo aver raccontato l’aggressione, si sono guardati e si sono detti “Ancora? Ancora nel 2021?” E continua: “Ragazzi, giovani, non sono vecchi. Non sono quelli che non capiscono niente. Sono quelli che hanno in mano il futuro“.
L’appello per l’approvazione del ddl Zan
E quindi, di fronte a tutto ciò, come è possibile che non si comprenda la necessità di una legge contro questi atti?
Ci stupisce così tanto l’esigenza di una tutela maggiore rispetto ai reati di odio, discriminazione, in un sistema basato sulle norme. Noi nasciamo in un contesto di norme, un contesto in cui apprendiamo le norme e leggi che ci permettono di orientarci nel nostro vivere. […]
Il fatto che esistano delle leggi non significa che poi vengano rispettate. Sicuramente la legge Zan non è il miracolo, non cambierà le cose subito, ma è un tassello ulteriore di civiltà in una nazione che si colloca al 35esimo posto rispetto alla tutela dei diritti civili.
Il video completo di Francesca Brancati:
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