I’m in Red Hook. #DefundThePolice https://t.co/cxa6UVQ1FX
— Jason Rosenberg (@mynameisjro) June 3, 2020
Martedì sera decine di pacifici manifestanti LGBT si sono ritrovati davanti all’iconico Stonewall Inn di New York, dove nel 1969 prese forma la comunità gay, per protestare contro il razzismo e ricordare George Floyd, afroamericano ucciso da un poliziotto bianco.
Tra i presenti anche il responsabile dei social media di ACT UP NY, Jason Rosenberg, e il candidato del consiglio comunale, Marti Gould Cummings. Entrambi sono stati brutalmente picchiati e arrestati, tenuti in custodia per 11 ore, senza ricevere alcun trattamento medico e/o mascherina sanitaria, visto e considerato che siamo ancora nel bel mezzo di una pandemia. In un video pubblicato su Twitter dopo essere stato rilasciato, Rosenberg racconta quanto accaduto, con il volto ricoperto di sangue e il braccio letteralmente penzolante, perché rotto dagli agenti con un manganello.
Migliaia di persone si erano radunate alle ore 17, ovvero prima del coprifuoco deciso dal sindaco Bill De Blasio, che prende vita alle ore 20. Ma subito dopo l’inizio del coprifuoco, la polizia ha attaccato la folla. Brutalmente. Testimoni riferiscono che gli agenti di polizia avrebbero dato pugni e calci ai manifestanti, disarmati e pacifici, picchiandoli con i manganelli.
“Non ho mai visto nulla di simile in vita mia”, ha confessato a Gay City News la manifestante Evan Catlett, arrestata e colpita alla testa con un manganello. Jason, sorridente, è tornato a casa con un braccio fasciato, diverse escoriazioni e una ferita alla testa.
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