Non tutti sanno che Marco Mengoni è amatissimo in Germania. Domani sera, 27 Aprile, il vincitore di Sanremo 2023 porterà “Due vite” e il suo repertorio a Francoforte per la tappa tedesca del suo tour europeo, che lo vedrà poi a Zurigo il 29 Aprile, prima della pausa Eurovision 2023 a Liverpool, previsto per 9, 10 e 11 Maggio nella città dei Beatles.
Sebbene Mengoni sia il rappresentate per l’Italia, non sarà l’unico italiano che vedremo sul palco dell’Eurovision: in finale ci sarà anche Mahmood che si esibirà fuori concorso.
Proprio in Germania, Mengoni ha stupito tutti due sere fa, dapprima scambiando qualche parola in tedesco, poi con un’esibizione toccante dell’indimenticabile “One” degli U2, insieme a Giovanni Zarrella, showman italiano naturalizzato tedesco, molto famoso in Germania. Mengoni ha cantato “One” degli U2 all’interno del one-man-show dello stesso Zarrella “Die Giovanni Zarrella Show”, trasmesso in diretta sulla ZDF, canale tv pubblico tedesco.
Di nero vestito, pantaloni eco-pelle Versace, Mengoni ha cantato “One” sollevando brividi ed emozioni: tedeschi in delirio, in studio e davanti alla tv.
Intanto i preparativi per Eurovision continuano. Mengoni approderà in questi giorni su copertine di magazine italiani, con interviste di un certo peso. L’ultima volta dal palco dell’Ariston Marco si era pronunciato sulla parità di genere, “Dedico la vittoria alle donne, dobbiamo cambiare molte cose in questo Paese” aveva detto, commentando il podio sanremese composto da soli uomini (con lui Lazza e Mister Rain).
Sarebbe magnifico se Mengoni pronunciasse un messaggio per la comunità queer italiana (e non solo) dal palco dell’Eurovision, e desse notizia a tutto il mondo – Eurovision è lo show televisivo più seguito di tutto il pianeta – a proposito di cosa sta accadendo in Italia alla comunità LGBTQIA+ e alle famiglie omogenitoriali e di come la destra di governo stia mettendo in atto un’abile politica di compressione dei diritti civili.
Del resto Eurovision è il palco queer per eccellenza, lo show inteso come metafora di libertà individuale e possibilità di esprimere identità, dissenso, contestazioni, gioia e liberazione. Nulla più di Eurovision racconta – persino anticipando i tempi politici – la vocazione aggregativa delle diversità e della multiforme ricchezza identitaria dell’Europa e dell’Unione Europea.
Coraggio Marco!
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