Mario Draghi, i 9 ministri pro-diritti LGBT (e non) del possibile governo

Mentre Mario Draghi è impegnato nelle consultazioni, seguiamo il toto-ministri, cercando quelli più vicini ai diritti LGBT.

mario draghi
Mario Draghi potrebbe essere il nuovo premier.
3 min. di lettura

Mario Draghi – presidente incaricato di trovare una nuova maggioranza nell’attuale Parlamento dal Capo dello Stato Sergio Mattarella – non ha mai detto mezza parola su diritti civili, comunità LGBT e non ha nemmeno mai dimostrato apertura verso questi temi. Non è certo una sua colpa, questa. Da presidente della BCE, nessuno ha mai voluto sapere il suo parere nei confronti della comunità LGBT. E lui non ha esplicitato una sua posizione in merito.

Se riuscirà nel suo intento, siamo sicuri che nel suo discorso da premier ufficiale riserverà almeno due parole ai diritti civili, ben conscio che al Senato il ddl Zan attende con ansia che i lavori riprendano in Commissione Giustizia.

In attesa di quel momento, il Corriere della Sera ha individuato alcuni possibili ministri che andrebbero assieme a Draghi a Palazzo Chigi. Noi abbiamo cercato quelli che hanno detto la loro nei confronti dei diritti civili.

Le posizioni gay-friendly dei ministri del governo di Mario Draghi

Nella probabile lista dei ministri del nuovo governo di Mario Draghi, partiamo dai “riconfermati”. Sembra infatti che Luciana Lamorgese, Roberto Gulatieri e Dario Franceschini rimarranno al loro posto. E possiamo già tirare un sospiro di sollievo.

La ministra dell’Interno, ad esempio, a gennaio ha annunciato il superamento della modifica voluta da Salvini nel 2019, che indicava nei documenti solo “padre” e “madre”, ordinanza ministeriale che andava in contrasto con le leggi sulla privacy. Con il suo intervento, la ministra ha reinserito il più inclusivo “genitori o chi ne fa le veci”.

Anche dal ministro dell’Economia Gualtieri arriva luce verde. Grande sostenitore di campagne per i diritti civili, ha criticato il Brunei per le sue posizioni omofobe. Da membro dei componenti italiani dell’ LGBTI intergroup, è stato il “candidato consigliato” alle elezioni europee 2019 da Arcigay.

Dario Franceschini già lo conosciamo. È stato ministro durante il governo Letta, Renzi e Gentiloni. Con il leader di Iv, ha anche sostenuto la legge sulle unioni civili. Nel 2017, Vogue aveva richiesto l’impegno nel rendere l’Italia una meta turistica gay-friendly. Un appello ascoltato, a metà.

I nuovi possibili ministri “lgbt”

Andando ai possibili ministri meno gay-friendly, troviamo solamente una vecchia conoscenza: Marta Cartabia. Presidente della Corte Costituzionale, dal 2011 non ha fatto altro che criticare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Un ostacolo per i diritti civili.

Da Iv, potrebbe esserci anche Ettore Rosato. Anche lui grande sostenitore delle legge sulle unioni civili, nel 2016 aveva criticato alcuni parlamentari del Pd (erano 37) che volevano stralciare l’articolo 5 del ddl, ovvero quello sulla stepchild adoption. In quell’occasione, Rosato aveva detto che era impensabile una cosa del genere, poi invece avvenuta. Se Mario Draghi ottenesse la fiducia anche da Iv, almeno un ministero potrebbe andare a un parlamentare renziano.

Enrico Giovannini, già ministro del Lavoro nel governo Letta, e presidente ISTAT dal 2009 al 2013. Durante il suo mandato all’ISTAT, per la prima volta nel censimento furono incluse anche le coppie LGBT conviventi. Una figura ben disposta all’inclusione e all’apertura.

Altra possibile nomina apprezzata dalla comunità LGBT per il governo di Mario Draghi sarebbe quella di Lorenzo Guerini. Già Ministro della Difesa, nel 2016 attaccò il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, in merito ad alcune dichiarazioni omofobe sulle unioni civili, all’epoca in corsa di approvazione. Grande sostenitore del ddl, era sceso in piazza anche lui a festeggiare, la sera del voto finale.

Nome interessante è quello di Vittorio Colao, AD di Vodafone. Nel 2018, a fronte di uno studio sul coming out sul posto di lavoro, si era detto dispiaciuto di come le persone LGBT abbiano timore nell’essere se stessi a lavoro, per paura di mobbing. Il suo impegno, in quell’occasione, era di creare una comunità il più inclusiva e aperta possibile, soprattutto a lavoro.

Carlo Cottarelli, nome venuto fuori come premier negli anni passati, è l’ultimo della lista di Mario Draghi. Anche lui non ha mai preso una forte posizione dei confronti dei diritti civili, ma si può vedere da che parte stia grazie ad un tweet del 2020, quando ha inviato il proprio supporto a due ragazzi gay aggrediti a Napoli, dando dei vigliacchi ai 10 aggressori.

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bacibaci 6.2.21 - 16:28

1)condivido la preoccupazione per il ddl Zan,ma ora non possiamo perdere il treno degli oltre 200 mld messi a disposizione dall'UE per noi. 2)Il dramma dell'Italia è che gli italiani non vogliono le vere riforme che servono al paese,tutt'altro,ad es. quota 100 e rdc,2 disastri,soprattutto quota 100, gli italiani li hanno voluti fortemente. Per farla semplice. a) La popolazione può essere divisa in 3 gruppi,alle due estremità ci sono quelli troppo vecchi o troppo giovani per lavorare,cioè i pensionati ed i giovanissimi,i quali beneficiano di ciò che viene trasferito loro sotto forma di pensioni, scuola e servizi vari. Al centro ci sono quelli che pagano con le tasse quello che viene dato ai 2 gruppi estremi, in primis pagano le pensioni dei pensionati. In Italia il 16 % del pil, cioè il 16 % della ricchezza del paese, viene risucchiato dai pensionati. Negli altri paese si è sotto il 10 %. Non è una questione di pensioni d'oro , è una questione di età pensionabile. b) Quindi l'età pensionabile non è come un numero della tombola,un numero a casaccio,ma si dovrebbe decidere tenendo conto di alcune cose,come la situazione demografica ed economica del paese.Se no che succede? c) Succede che gli elettori vogliono andare in pensione il prima possibile e con la pensione più alta possibile e votano chi promette loro questa cosa.Questo in pratica che significa?che il terzo gruppo,quello dei pensionati,si ingrossa sproporzionatamente rispetto agli altri 2 gruppi e che per pagare le pensioni di questo terzo gruppo bisogna tassare di più il gruppo di mezzo,non subito,se no perdi le elezioni,meglio indebitarsi per pagare le nuove pensioni e lasciare la patata bollente a chi vincerà le elezioni domani- ve lo siete scordato il tanto sbandierato deficit al 2,04 % del Conte1 ?- così prendi i voti sia di quelli a cui hai anticipato la pensione sia dei giovani illusi che sia nel loro interesse abbassare l'età pensionabile dei 60enni di oggi,mentre è vero il contrario. 4)Come si può salvare l'Italia?Non basta Draghi,al quale verrà riservato lo stesso trattamento di Monti e della Fornero,verrà infangato,descrivendolo come un "neoliberista" al servizio dei tedeschi e gli italiani abboccheranno,anche i giovani,quelli che più sarebbero avvantaggiati dalle riforme di Draghi,quelli che invece ne sarebbero danneggiati,i parassiti pubblici e privati,gli faranno la guerra,per ora sono in stand-by e lasciano che giovani e meno giovani,farciti di ideologia statalista e verbosità,si mettano in prima fila.Di Battista è uno di questi,il classico esempio di uno che non ha capito le basi, che non ha neppure metodo per capire,che scambia l'aneddotica per la statistica,un prodotto tipico della scuola italiana e della sinistra italiana.Non basta un Draghi per salvare il paese.In Italia ci sono troppi Di Battista al servizio inconsapevole del parassitismo statalista e generazionale di questo paese. 5)Di Battista, Salvini, Meloni e Di Maio,per fare dei nomi,sono relativamente giovani-tra 47 e 34 anni- ed hanno costruito il loro successo politico anche criticando una riforma,quella Fornero,certo imperfetta,del resto fatta in fretta e furia nel giro di qualche settimana in condizioni tragiche,ma che è la migliore cosa che sia stata fatta per i giovani da non so quanti anni.Eppure questi 4 non hanno capito o fanno finta di non aver capito niente del sistema pensionistico e sono,forse inconsapevoli, pedine del parassitismo delle passate generazioni,non avendo,grazie ad una scuola pubblica penosa,neppure la capacità di comprendere quanto la Fornero abbia fatto per i giovani e quanto quota 100 sia invece un'enorme fregatura per i giovani,poichè significa che il terzo gruppo,quello dei pensionati, si ingrossa, così quelli nel mezzo, i lavoratori in senso lato, devono pagare più tasse per mantenere un numero di pensionati sproporzionatamente grande.Se aumenti le tasse sui lavoratori,il costo del lavoro sale,se il costo del lavoro sale le imprese italiane reagiscono o ricorrendo al lavoro nero o se ne vanno,mentre le imprese straniere non investono in Italia perchè il costo del lavoro è più alto che negli altri paesi sviluppati,infine i giovani italiani,per primi i migliori fra essi,invece che restare ed avere sulle spalle questo alto carico fiscale, preferiscono andarsene all'estero,dove non subiscono un carico fiscale così elevato per mantenere i pensionati. Giovani italiani,pedine inconsapevoli del parassitismo e dello statalismo delle passate generazioni. Non basta Draghi. Le passate generazioni hanno in mano la scuola ed i media e farciscono le teste dei loro figli con menzogne stataliste, i giovani non si salveranno, se devo scommettere, scommetto che i giovani si faranno sfruttare dai loro genitori per perpetuare il parassitismo generazionale. Vedremo.

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Franzc Dereck 5.2.21 - 16:06

Insomma , l'uomo dell'altissima finanza , l'uomo che farà peggio di Mario Monti , riscuote il consenso popolare . Mi ricorda quanto detto da F. Hollande ( Dio benedica sempre il suo nome per il Marriage pour tous ) su un suo ex ministro , che poi è divenuto Presidente , tale Macron : " Non ha fatto l'interesse dei ricchi , ma quello dei ricchissimi!" ed ha massacrato i Gilet Gialli per farlo.

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