A breve su Netflix grazie a The Boys in the Band, Matt Bomer, dal 2011 sposato con Simon Halls nonché padre di due splendidi bimbi, ha rivelato ad Attitude le conseguenze professionali del proprio coming out, fatto nel 2012.
Oggi come oggi ci sono sicuramente più opportunità per gli attori gay rispetto a prima, ma c’è ancora un prezzo da pagare nell’essere LGBT dichiarati. Viviamo in un’epoca in cui ci sono attori, atleti e personaggi pubblici che sono apertamente gay e non hanno avuto paura di ammetterlo. Ma senza dubbio, nella mia esperienza ho dovuto cedere a dei compromessi. Ho fatto coming out in un momento in cui era molto rischioso farlo, avevo un film di un importante studios che stava per essere presentato in anteprima e una serie televisiva in uscita. Ma per me era più importante essere il mio io più autentico, sia per la mia famiglia che per me stesso. Non stavo cercando di essere un modello, né lo sono ora, ma pensai che potendo aiutare anche solo una persona, allora ne sarebbe valsa la pena. Ma dire che non mi è costato certe cose nella mia carriera sarebbe una bugia. Lo ha fatto, è successo”.
Bomer non approfondisce, all’interno dell’intervista, ma evidentemente determinati ruoli tv e cinematografici sono ‘saltati’ proprio a causa di quel coming out. 42 anni, Matt si è fatto vedere in sala con film come In Time (2011), Magic Mike (2012), Storia d’inverno (2014), Magic Mike XXL (2015), The Nice Guys (2016) e I magnifici 7 (2016), mentre in tv ha presto incrociato Ryan Murphy, prendendo parte a Glee, The New Normal, American Horror Story e The Normal Heart, grazie al quale ha vinto un Golden Globe.
Bomer e Murphy si sono poi ritrovati a teatro nel 2018 proprio con The Boys in the Band, ora da fine settembre su Netflix con l’attesissimo nuovo adattamento. “È stata un’esperienza così liberatoria poter raccontare una storia con un ensemble e un team creativo interamente gay”. “Ci sono spesso momenti sul set in cui sono l’unica persona apertamente gay presente, e ho imparato a gestirlo e a fare il mio lavoro – ma è stato così bello avere questa esperienza collettiva insieme ad altri, e un senso condiviso su chi siamo e chi vogliamo essere. Penso che abbia davvero influenzato il nostro lavoro”.
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3 bellissimi e dolcissimi ragazzini!!