In passerella da Gucci un mix di sacro e profano
Quello con Gucci è ormai diventato uno degli appuntamenti più attesi della settimana della moda. Non a caso, le aspettative che girano intorno al brand più discusso e desiderato del momento erano alte, e pare non siano state disattese.
L’uomo di Gucci secondo Alessandro Michele questa volta ha due personalità: una visibile a tutti, pungente, e l’altra celata dietro la maschera, un po’ malinconica forse. Sì, proprio le maschere sono state il focus di questa sfilata. Volti coperti, misteriosi, avanzano velocemente in passerella sulle note di una musica sacramento psichedelica, volti animali dorati che ricordano l’antico teatro tragico greco, borchie affilatissime ed elementi metallici cyber nascondono il viso, totalmente o solo in parte.
Lo streetwear, immancabile anche questa stagione, si fonde ad una buona dose di fetish data dal latex, mixato ad elementi romantici, senza genere; presenti anche ispirazioni seventies e sporty, come le ginocchiere imbottite da pallavolo. I capispalla di Gucci sono esagerati nelle proporzioni ma incompleti, con le impunture a vista, come a voler rappresentare qualcosa di irrisolto, da portare a termine, in linea il tema della sfilata che è la ricerca di se stessi.