Il primo supereroe gay, quando nel 1983 Northstar incontrò un suo ex

L'omosessualità veniva definita "perversione sessuale", quando Chris Claremont diedi vita al primo personaggio queer nella storia dei fumetti Marvel.

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Supereroe gay Northstar Marvel
Supereroe gay Northstar Marvel
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Seppur considerata da sempre un’icona culturale e un palcoscenico per il dialogo liberale e talvolta sovversivo, la Marvel Comics, fondata da Stan Lee, ha aspettato quasi trent’anni dopo il lancio dei Fantastici Quattro per introdurre un supereroe apertamente gay.

Un ritardo non del tutto casuale.

La Comics Code Authority, istituita nel 1954 e che fungeva da ente di autoregolamentazione per l’industria dei fumetti, proibiva infatti categoricamente rappresentazioni di “perversione sessuale o qualsiasi riferimento a essa”. Tra quelle che venivano categorizzate come perversioni, anche l’omosessualità.  

L’Universo Marvel esordì nel 1961 con la pubblicazione di Fantastic Four #1. Di conseguenza, sin dai suoi primordi, alla casa editrice è stato de facto impedito di introdurre personaggi gay a causa delle restrizioni.

Quindi, come eluderle? La risposta, in sintesi, è: con estrema cautela. Sintetizzando meno, con Northstar.

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Chi è Northstar?

Prima di parlare dell’impatto di Northstar sulla rappresentazione queer nei fumetti, è bene caratterizzare il personaggio.

Nato in Canada, patria anche del celebre Wolverine, Jean-Paul Beaubier è separato dalla sua sorella Jeanne-Marie quando entrambi sono ancora molto giovani, a causa di un tragico incidente che costa la vita ai loro genitori.

Durante l’adolescenza, Jean-Paul è sorpreso a rubare da Raimonde Belmonde, che invece di punirlo, decide di diventare il suo mentore. È Belmonde a insegnargli a padroneggiare la sua supervelocità attraverso lo sport dello sci, disciplina in cui Jean-Paul, meglio conosciuto come Northstar, si distinguerà in seguito.

Dopo aver lavorato come trapezista in un circo francese, Jean-Paul si unisce al Front de Libération du Québec, un’organizzazione indipendentista che aspira a separare la zona francofona del Canada dal resto del paese.

Tuttavia, la crudezza dei metodi del gruppo gli appare insostenibile, e quindi decide di abbandonarlo. Ritornato alla carriera sportiva nello sci, la sua supervelocità gli consente di raggiungere il titolo di campione del mondo in breve tempo.

Nel frattempo, James MacDonald Hudson, l’omologo canadese del Professor Xavier degli X-Men, fonda una squadra di supereroi chiamata Alpha Flight.

Hudson recluta prima Jeanne-Marie, e quando incontra Jean-Paul, riconosce immediatamente il legame di parentela tra i due e lo invita ad unirsi alla neonata lega dei supereroi canadesi.

L’identità queer tra le righe

La sessualità di Northstar venne accennata per la prima volta in Alpha Flight #7 (1983), quando il supereroe incontra “un vecchio amico” di nome Raymonde, che in verità altri non è che un ex.

Nella trama, scritta da Byrne, Raymonde sembra flirtare con Northstar e allude anche al carattere riservato della loro relazione passata con Jean-Paul, dicendo: “Non hai detto proprio tutto a tua sorella, vero? Sarebbe strano“.

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Quando Raymonde viene in seguito ucciso, Northstar quasi impazzisce di dolore. La didascalia del fumetto ci informa: “Raymonde lo aveva guidato fuori da quella oscura paura, verso la luce chiara e brillante dell’accettazione di sé“.

Ai tempi, la trama di un ex amante assassinato che spinge il supereroe all’azione era già un cliché nel mondo dei fumetti.

Tuttavia, presentare questo scenario attraverso una coppia dello stesso sesso – seppur tra le righe – conferisce una sorta di validazione sottotestuale alla relazione di Northstar, andando oltre la semplice etichetta di “perversione sessuale” imposta dalla Comics Code Authority senza però violarne alcuna norma.

Due anni più tardi, nella miniserie del 1985 che coinvolge gli X-Men e Alpha Flight, la sessualità di Northstar viene nuovamente inserita in una trama centrale. Dopo che la sua coscienza viene temporaneamente assorbita da Rogue, un membro degli X-Men, Northstar reagisce con ira perché ora lei è a conoscenza dei suoi “segreti”.

In un maldestro tentativo di aiutare il collega, Rogue gli chiede quindi di ballare a un ricevimento pubblico, per dissipare qualsiasi dubbio. Quando gli altri supereroi si prendono gioco dell’incongruenza del fatto che lo schivo Northstar balli con una donna, Rogue pensa: “Nessuno di voi lo capisce come lo capisco io“.

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A livello letterale, Northstar fu inizialmente rappresentato come un solitario gentlemen per nulla interessato romanticismo, spesso deriso per questa sua inclinazione. Dietro, tuttavia, veniva invece costruita una storia da far sbocciare quando i tempi sarebbero stati maturi.

La storia di un uomo che lotta contro la sua identità celata di fronte alle aspettative e pressioni della società, in una rappresentazione empatica del personaggio che contribuisce a normalizzare l’idea di un supereroe gay, anche se, all’epoca, la Marvel non poteva esplicitamente identificarlo come tale.

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Il lento coming out

Solo nel 1992, ben tre anni dopo un’importante revisione del Codice dei fumetti rese possibile la rappresentazione di personaggi LGBTQ+, la Marvel permise a Northstar di fare un coming out ufficiale.

Nell’edizione Alpha Flight #106, Northstar adotta una bambina malata di l’AIDS. Purtroppo, la piccola morirà poco dopo, ma sarà proprio questa tragedia a spingere Jean-Paul a fare coming out, utilizzando la sua visibilità per combattere lo stigma associato all’HIV/AIDS e all’orientamento sessuale.

Ammettiamolo, quanto è metal fare coming out dopo aver dato un pugno a qualcuno? Il sogno di molti.

northstar-coming-out

Anche in quel momento, la decisione fu oggetto di notevole controversia all’interno della dirigenza Marvel.

Il che non servì comunque a fermare la rivoluzione in atto. Due decenni più tardi, Northstar sarebbe infatti stato protagonista anche del primo matrimonio tra persone dello stesso sesso all’interno dell’universo Marvel, evento che venne messo in risalto sulla copertina di Astonishing X-Men #51.

northstar-matrimonio

Un “focolaio” di sottotesto queer

Nel periodo in cui la comunità LGBTQIA+ era ancora un argomento tabù, i fumetti di Claremont – il papà di Northstar –  erano già ricchi di sottotesti queer.

Ramzi Fawaz, un esperto nel campo dei fumetti, nota infatti come gli X-Men creati da Claremont “collegassero il concetto di mutazione alle critiche radicali dell’identità avanzate dai movimenti di liberazione delle donne e gay“.

In pratica, la discriminazione subita dai mutanti fu un’allegoria di quella subita da femministe e comunità LGBTQIA+.

Un altro esperto di fumetti, Scott Bukatman, esprime il concetto in termini più diretti, affermando che “i corpi mutanti sono esplicitamente equiparati ai corpi gaynelle storie degli X-Men scritte da Claremont.

Nello spiegare la raison d’être di Northstar, il fumettista specifica:

C’è bisogno di personaggi gay nei fumetti perché ci sono persone gay nella vita reale. Non c’è altro motivo… La popolazione del mondo fittizio dovrebbe rispecchiare quella del mondo reale. Ecco perché ho creato Northstar: sentivo che l’Universo Marvel necessitava di un supereroe gay (anche se non mi sarebbe stato possibile esprimerlo così apertamente nei fumetti), e ho pensato che sarebbe stato più appropriato crearne uno ex novo, piuttosto che modificare un personaggio già esistente.

Sia che si tratti di sottili sottotesti che di narrative dirette, Northstar detiene un posto significativo e, a tratti, commovente nella storia dei supereroi LGBTQ+.

Con la crescente consapevolezza dell’importanza di una rappresentazione diversificata all’interno del genere dei supereroi, Northstar merita di essere conosciuto, discusso e, si spera, apprezzato per il suo significativo contributo a una narrazione più inclusiva nel mondo dei fumetti.

Se oggi possiamo avere la supereroina lesbica America Chavez, personaggi asessuali, un superman bisessuale e tanti altri personaggi in cui possiamo vederci finalmente rappresentati, lo dobbiamo soprattutto all’amato Northstar. Merci, monsieur Beaubier!

Tutte le immagini appartengono a Marvel.com 

 

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