Come in molti avevano sperato nelle settimane scorse , Barack Obama ha chiesto alla Corte Suprema di dichiarare incostituzionale il bando delle nozze gay in California. Una richiesta, contenuta in una documentazione di 40 pagine depositata, giunta appena in tempo, che spiana la strada ai matrimoni gay anche negli stati che non li riconoscono. Il presidente americano, tornando così a ribadire il proprio appoggio ai matrimoni fra lo stesso sesso, come già avvenuto in campagna elettorale e durante il discorso di insediamento, non si spinge però a chiedere alla Corte di dichiarare bandi come quello californiano incostituzionali a livello nazionale, ovvero di tutti gli States. L’amministrazione infatti non esprime il proprio appoggio al diritto costituzionale per le nozze gay che avrebbe dovuto immediatamente applicarsi in tutti e 50 gli stati della federazione, deludendo parte delle attese della comunità gay che sperava in una più dura presa di posizione. Le argomentazioni presentate dal Dipartimento di Giustizia riguardano infatti solo la “Proposition 8”, l’ormai famigerato referendum che approvava il divieto costituzionale ai matrimoni gay approvato dagli elettori californiani nel 2008 e successivamente dichiarato incostituzionale dalle corti di appello.
Secondo l’amministrazione il bando della California ”viola” quanto previsto dal 14mo emendamento della Costituzione: ”vogliamo cercare di rivendicare l’uguaglianza di trattamento dal punto di vista legale” afferma il ministro della Giustizia, Eric Holder, sottolineando che le decisioni della Corte Suprema sui due casi che le sono sottoposti sulle nozze gay ”non è importante solo per le decine di migliaia di americani ai quali sono negati gli stessi diritti e benefici, ma è importante per tutto il nostro paese”. Com’è noto, il governo non è una delle parti in causa nel caso della coppia californiana sottoposto all’attenzione della Corte, ma i legali e le associazioni gay hanno fatto pressione affinché l’amministrazione non restasse in silenzio sulla vicenda e presentasse l’amicus curiae, ovvero una dichiarazione in forma scritta che un soggetto non coinvolto direttamente nel processo può sottoporre all’attenzione del giudice, in questo caso della Corte Suprema, per informare la corte su certi aspetti della legge o su parti del caso escluse dal dibattimento per questioni giuridiche. ”La Proposition 8 viola le tutele di uguaglianza. Il pregiudizio non può essere – si legge nella documentazione – alla base di un trattamento differenziato dal punto di vista legale”.
Intanto, un’altra firma illustre si aggiunge al documento firmato da 100 membri del partito Repubblicano che chiedono alla Corte Suprema l’abolizione della Prop8. E’ quella di Clint Estwood che espressamente dichiarato: “Gay e lesbiche hanno il diritto di sposarsi”.