I Papà per Scelta fermati all’aeroporto: “La polizia voleva controllare che non avessimo rapito i nostri figli”

Incredibile quanto avvenuto a Linate a Carlo, Christian e ai due loro gemellini.

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È una triste storia figlia di una legislazione assente, quella raccontata su Instagram dai Papà per Scelta, ovvero Carlo Tumino e Christian De Florio, genitori di due gemellini fermati all’aeroporto di Linate dalla polizia, prima di imbarcarsi per un volo per l’America. Perché una volta arrivati ai controlli, Carlo, Christian e i piccoli Sebastian e Julian sono stati fermati dagli agenti perché i documenti dei gemelli non erano riconoscibili. “Ci hanno fermato con delle domande un po’ assurde, un po’ violente”. “Dov’è la loro mamma, ci hanno domandato. ‘Ma è possibile che non hanno una mamma? Questi bambini da dove sono usciti? Ah quindi li avete adottati?”. Domande stupide che non hanno un senso logico“.

Noi abbiamo spiegato che sono nati negli Stati Uniti, ma ci hanno detto: qui siamo in Italia“, ha denunciato Tumino. “Quindi se siamo in Italia, devono avere per forza una madre?“, ha replicato il papà. “Hanno solo il passaporto americano, non avevamo portato con noi le carte d’identià perché loro l’hanno cartacea: non possono avere quella elettronica perché c’è ancora la dicitura madre/padre”. Ed è qui che subentra la mancanza tutta italiana di una legge che tuteli le famiglie arcobaleno, i genitori e soprattutto i figli, costretti a simili umiliazioni a causa di una politica cieca e sorda.

“Giustamente il poliziotto ha fatto il suo dovere, ma alla mia domanda su perché ci stesse trattenendo da 25 minuti col rischio di perdere l’aereo, ci ha risposto: perché devo controllare che non li avete rapiti. Io questa cosa la trovo pericolosissima, e mi chiedo: ma se al posto nostro ci fosse stata una madre single con due bambini con passaporto americano, avrebbero chiesto dov’è il padre? Avrebbero fatto le stesse storie? La vogliamo finire di fare domande stupide, scomode, discriminatorie, pregiudizievoli, quando è palese che siamo i genitori? Ma non per niente, perché hanno il nostro doppio cognome?”.

Una discussione surreale avvenuta proprio davanti ai due bambini, che ha scosso l’intera famiglia. “Siamo una famiglia. Lo siamo dentro le nostre quattro mura e lo siamo nei documenti che a fatica ci siamo conquistati, nonostante l’assurdità di dover giustificare l’amore di due papà in un Paese che riconosce le famiglie solo dalla forma e composizione“, hanno precisato Carlo e Christian su Instagram. “Questi siamo noi. Quattro cuori che battono all’impazzata quando respirano la stessa aria. Quattro sorrisi brillanti che si accendono quando trascorrono del tempo insieme. E nonostante la brutta faccenda, niente e nessuno impedirà di viverci alla luce del sole. Perché i pregiudizi si combattono provando ad accendere la luce sulla nostra realtà, troppe volte invisibilizzata e discriminata. Una realtà che ha il diritto di essere riconosciuta, rispettata e tutelata“.

Christian, Carlo e i bimbi sono alla fine riusciti ad imbarcarsi e attualmente si trovano a Miami.

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