70 anni da poco compiuti, e fresco di Leone d’Oro alla Carriera, Pedro Almodovar è uno dei favoriti ai prossimi Oscar grazie a Dolor y Gloria, sua ultima fatica acclamata al Festival di Cannes. Il regista spagnolo, già due volte premio Oscar, ha segnato un genere, quello della ‘cinematografia LGBT’, raccontandola ad un pubblico mainstream, che grazie alla sua penna e al suo sguardo ha imparato a conoscere realtà fino a quel momento orientate quasi unicamente alla nostra comunità.
Eppure Pedro, intervistato da Entertainment Weekly, ha rifiutato l’appellativo di ‘attivista LGBT’.
Non ho mai pensato a me stesso come a un attivista. Volevo solo che qualcuno raccontasse la storia della vita reale così com’è. A me è capitato di essere circondato da persone strane, transgender, persone che hanno anche vissuto le loro vite in piena accettazione di se stesse. E questo è ciò che poi vedi riflesso nei miei film. Ciò di cui ovviamente ero a conoscenza è il modo in cui la società ha avuto dei problemi con queste persone. Quindi quello che ho davvero dato loro è stata la possibilità di poter esplorare tutto questo attraverso una storia.
Il suo ultimo film, interpreto da un sontuoso Antonio Banderas, mostra ciò che Pedro definisce oggi inusuale, ovvero due anziano uomini che si baciano.
© Riproduzione RiservataC’è anche qualcosa in Dolor y Gloria che non vedi quasi mai nel cinema queer, ovvero questi due uomini un po’ avanti con l’età, due 60enni, che si baciano, ed è un bacio ancora appassionato ed eccitante. Io non mi considero e non voglio essere il pioniere di nulla, ma quello che prendo molto sul serio è l’essere in grado di rappresentare le diverse gamme di sessualità che esistono per tutti i tipi di esseri umani, e rappresentarlo nel modo più onesto possibile.