La Corte di Appello di Perugia ha sorprendentemente ribaltato la sentenza di primo grado che nel 2019 aveva condannato per diffamazione il senatore leghista Simone Pillon nel processo che lo vede imputato per le sue dichiarazioni contro le attività di prevenzione del bullismo omo-transfobico dell’associazione Omphalos nelle scuole umbre. Pillon è stato oggi assolto da ogni imputazione, con la Corte che ha ordinato la restituzione delle somme che il senatore aveva dovuto versare agli esponenti di Arcigay a titolo di risarcimento.
Pillon aveva di fatto additato gli attivisti LGBT come ‘adescatori di minorenni’, nel 2014, nel corso di una serie di dibattiti pubblici. Secondo la Corte, “il fatto non costituisce reato“.
“Sono molto soddisfatto della sentenza, che fa giustizia di anni di accuse assurde”, ha dichiarato il senatore Pillon. “Mi auguro che da oggi in poi nessuno si permetta più di portare nelle scuole materiale criptopornografico o che inneggi all’ideologia omosessualista, oltretutto senza il consenso dei genitori. Dedico questa vittoria a tutte le mamme e a tutti i papà che vogliono continuare a educare i loro figli liberi da ogni indottrinamento GENDER. Ringrazio i mie legali, Laura Modena, Stefano Forzani e Massimiliano Sirchi, nonchè i colleghi della Lega, primi tra tutti Matteo Salvini e Massimiliano Romeo per la vicinanza dimostratami nel corso della vicenda processuale. Mando un grande abbraccio a Massimo Gandolfini e a tutti gli amici del Family Day che da ogni parte d’Italia mi hanno sostenuto con il loro affetto e le loro preghiere. La Corte ha ribadito la legittimità del diritto alla libertà di parola e di critica politica di fronte alla censura LGBT. Rispettiamo tutti, ma pretendiamo rispetto per i nostri figli, per le nostre idee e per quei diritti dei bambini che dovrebbero esser considerati valori da tutta la nostra comunità nazionale. Ora mi chiedo se tutti quei giornali e telegiornali, dal TG1 a Repubblica, dall’Espresso a Open on line avranno il coraggio di dare la notizia della mia assoluzione con le stesse pompose modalità con cui diedero quella della mia condanna. Sono comunque felice di aver combattuto per la libertà dei nostri figli, e continuerò a farlo“.
Stefano Bucaioni, presidente Omphalos, si è detto “sinceramente stupito da questa sentenza della Corte d’Appello. Non conosciamo ancora le motivazioni, che saranno depositate tra 90 giorni, ma l’assoluzione con formula “perché il fatto non costituisce reato” ci dice che i fatti contestati dalla procura esistono e che evidentemente la Corte ha deciso per un’interpretazione molto estensiva del diritto di critica. Rispettiamo la decisione dei giudici, ma attendiamo il deposito delle motivazioni per decidere i prossimi passi nella tutela dell’associazione e della comunità LGBTI tutta. Siamo e saremo sempre orgogliose del lavoro che i nostri volontari e le nostre volontarie svolgono nelle scuole, così come di quello di tante altre associazioni LGBTI in Italia. Il diritto di critica politica non può mai significare infangare il lavoro altrui“.
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Il diritto di critica non è il diritto di mentire. Se Pillon attribuisce a taluno una certa condotta e tale condotta non è esistita allora sta mentendo, la menzogna non è critica. Purtroppo non riesco a trovare il video di Pillon, quindi non so quali siano le esatte parole usate da Pillon.