La Premier League ha dichiarato guerra all’omofobia. Il più ricco, visto e ambito campionato di calcio al mondo ha da tempo messo in pratica iniziative per dire basta alla discriminazione omofobica nel mondo del pallone.
Sabato scorso, durante il big match tra Liverpool e Chelsea, finito 0-0, tre tifosi sono stati arrestati per cori omofobi. Due persone sono state arrestate fuori dal mitico stadio dei reds, l’Anfield, mentre una terza all’interno dell’impianto sportivo. I tre uomini, di 23, 37 e 49 anni, sono stati arrestati con l’accusa di “molestie intenzionali omofobiche”. A comunicarlo la polizia.
La polizia ha precisato: “Il 37enne è stato rilasciato su cauzione in attesa di ulteriori indagini, e il 23enne e il 49enne parteciperanno a un colloquio volontario. Sappiamo anche che 16 persone sono state espulse dallo stadio dagli steward per varie infrazioni durante la partita di Premier League“. Paul Sutcliffe, sovrintendente responsabile della partita, ha dichiarato: “La polizia del Merseyside non tollererà crimini d’odio di qualsiasi forma e consegneremo alla giustizia chiunque sia ritenuto responsabile di cori offensivi“.
Da anni riecheggia negli stadi di calcio inglese un coro omofobo riguardante i tifosi e i calciatori del Chealsea. Ovvero “Chelsea rent boy”. Un “rent boy”, nello ‘slang’ inglese, è un giovane che si prostituisce. Nella cultura inglese è da sempre associato all’area del West End di Londra, in cui rientra anche Chelsea. Tra gli anni ’60 e ’70 molti giovani uomini trasferitisi nella capitale si prostituivano per arrivare a fine mese. Il distretto di Earls Court, a Chelsea, ospitava molti locali ‘gay friendly’. Negli ultimi tre decenni il coro “Chelsea rent boy” è diventato un insulto omofobo, con la federazione non più disposta a tollerarlo.
Fonte foto cover: Instagram
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.