27enne calciatorə del OL Reign e della nazionale canadese, Quinn ha dichiarato di essere transgender e di genere non-binario, preferendo i pronomi they/them in lingua inglese, di genere neutro, nel settembre del 2020. A Quinn viene concesso di continuare a giocare nelle competizioni calcistiche femminili per club e per nazionali, purché siano rispettati i limiti imposti dagli enti organizzatori sul livello massimo di testosterone ritenuto accettabile. Ecco perché Quinn punta a scrivere una storica pagina ai mondiali di calcio femminile che si stanno svolgendo in in Australia e Nuova Zelanda.
Già primo epocale oro olimpico trans e non binario a Tokyo nel 2021 e bronzo olimpico a Rio de Janeiro 2016 con il Canada, Quinn potrebbe infatti diventare il primo atleta trans non binario a vincere una Coppa del Mondo di calcio femminile, che in caso di trionfo sarebbe la prima per il suo Paese. Nel 2020, nel fare coming out, Quinn ha invitato le persone cis ad essere “alleati migliori“. Da allora non ha mai smesso di spendersi per i diritti delle persone trans nello sport.
Dopo il trionfo olimpico, Quinn si era sentitə orgogliosə di vedere il proprio nome tra le medaglie, ma c’era anche profonda tristezza nel sapere che chissà quanti olimpionici prima di ləi non avevano potuto vivere la loro verità a causa della transfobia. “Sono ottimista per il cambiamento. Cambio di leggi. Cambiamenti nelle regole, nelle strutture e nelle mentalità“, disse Quinn. “Per lo più, mi sento consapevole della realtà. Ragazze trans bandite dallo sport. Donne trans che affrontano discriminazioni e pregiudizi mentre cercano di perseguire i loro sogni olimpici. La lotta non è vicina alla sua fine… festeggerò quando saremo tuttiə qui“.
Nell’attesa Quinn ha ideato un nuovo programma di tutoraggio, denominato GE Appliances See Them, Be Them, progettato per aiutare lə ragazzə trans e i giocatori di genere diverso a partecipare agli sport agonistici, sempre più banditi per le donne transgender a livello internazionale.
Quinn ha sottolineato a Streets of Toronto come i giovani calciatori e le giovani calciatrici debbano avere dei modelli nello sport, come interagire con le migliori giocatrici e giocatori sia stato “estremamente importante” anche per ləi, per capire che esisteva un “percorso per poi diventare unə atleta della nazionale“.
“Essendo un atleta transgender, è stato difficile vedere il mio posto nello sport, vedere che ne facevo parte. E lo stesso vale per le ragazze cisgender che stanno navigando nella loro esperienza; abbiamo una cultura sportiva dominata dagli uomini in Nord America e tuttə loro meritano di vedere che hanno un posto in questo sport“.
In un momento in cui la retorica anti-trans è così tanto diffusa, il programma di tutoraggio ideato da Quinn potrebbe avere un suo impatto “sulla popolazione transgender, che vuole solo praticare gli sport che ama. E poi avrà anche un impatto su ogni singola donna nello sport“.
I mondiali di calcio femminile, che hanno visto l’Italia debuttare con una vittoria per 1-0 sull’Argentina, saranno i più LGBTQIA+ di sempre, con il 12% delle 736 giocatrici dichiaratamente LGBTQIA+. Tra queste anche 4 azzurre, ovvero Rachele Baldi, Lisa Boattin, Manuela Giugliano ed Elena Linari.