Registro Unioni Civili e no all’omofobia: il comune di Enna si schiera

Nei giorni in cui il dibattito sulla legge contro l'omofobia si fa sempre più acceso, dalla provincia italiana arrivano segnali chiari contro ogni discriminazione. Come quelli del Comune di Enna.

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La sede del Consiglio comunale di Enna

La sede del Consiglio comunale di Enna

Mentre il parlamento discute su un controverso testo contro l’omofobia, un’iniziativa nata in un piccolo capoluogo della provincia italiana, pensato per tutelare la dignità della donna, stabilisce un principio di non discriminazione che riguarda anche le persone lgbt. E’ la delibera della giunta comunale di Enna, capoluogo di provincia dell’entroterra siciliano, approvata alla vigilia di Ferragosto e resa nota solo adesso. La giunta, in sostanza, approva la richiesta dell’assessora alle Pari Opportunità Angela Marco che chiede di “individuare gli indirizzi in materia di pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità della donna” e di dichiarare non compatibili con l’immagine che il Comune intende promuovere, tutti quei messaggi pubblicitari che diffondono “rappresentazioni di violenza fisica o morale che incitino atti di violenza; immagini violente/volgari/ ripugnanti devianti da quello che la comunità percepisce come normale; messaggi discriminatori e/o degradanti che tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità; mercificazione del corpo, rappresentazioni del corpo delle donne quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale”. E fin qui la lodevole iniziativa dell’assessora parla solo delle donne, ma subito dopo il riferimento alle persone lgbt diventa più chiaro.

Il sindaco di Enna Paolo Garofalo

Il sindaco di Enna Paolo Garofalo

Tra le cose che non dovranno contenere i manifesti pubblicitari affissi negli spazi del comune di Enna, infatti, figurano anche i “pregiudizi culturali e stereotipi sociali fondati sulla discriminazione di genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica o psichica, credo religioso”.
“Il comune di Enna, nel suo piccolo – fa sapere il sindaco Paolo Garofalo (Pd) – ha scelto da tempo di mettere in campo azioni concrete che diano un segnale culturale chiaro verso l’inclusione sociale, la tolleranza e il “no” netto a qualsiasi forma di discriminazione, inclusa quella che colpisce le persone lgbt”. “Questa delibera della giunta – prosegue il primo cittadino del capoluogo più alto d’Italia – va in questa direzione che intendiamo perseguire e che ha un precedente importante nell’approvazione del Registro delle Coppie di Fatto avvenuta a fine luglio”.
Con una delibera del consiglio comunale votata all’unanimità, infatti, Enna entra nell’elenco dei pochissimi comuni siciliani ad avere istituito il registro delle coppie di fatto. A scanso di equivoci, il regolamento attuativo precisa che si considera unione di fatto “il rapporto tra due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che ne abbiano chiesto la registrazione amministrativa” e che “il Comune si impegna ad assicurare, alle coppie unite civilmente in vie di fatto l’accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle
medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate e assimilate”. Un atto che lo stesso sindaco Garofalo ha definito come un segnale chiaro contro l’omofobia.

di Caterina Coppola

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