Renzi: “Il DDL Zan non vìola il Concordato, autogol Vaticano. Prudenza in aula con il voto segreto”

"IV voterà il DDL Zan, ma i promotori devono decidere se accettare alcune modifiche con una maggioranza ampia o rischiare a scrutinio segreto".

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Stranamente silente da giorni, Matteo Renzi è intervenuto sul ‘caso’ Vaticano-DDL Zan, ieri affrontato dal premier Mario Draghi in senato con parole chiare e ineccepibili.

Intervistato da Repubblica, l’ex premier ha giustamente ribadito come il DDL Zan non viola il Concordato e la nota verbale del Vaticano è un errore. Le leggi le scrivono i parlamentari, non i cardinali”. “Un’entrata a piedi uniti di questo tipo riporta indietro le lancette dell’orologio a 5 anni fa, prima delle Unioni Civili. Dico che è un autogol da politico, perché riapre uno scontro Stato-Chiesa di cui non si vedeva il bisogno, ma anche da cattolico, perché non possiamo fare l’errore di ridurre il messaggio del Vangelo a mero fatto etico. Come credente sono dispiaciuto per lo scontro tra pezzi di Vaticano e pezzi di Cei, come politico difendo la laicità delle istituzioni”.

Renzi prende quindi posizione, dettando la linea all’intero partito che da mesi fa melina nei confronti del DDL, con Faraone e Bonetti che aprono ad eventuali modifiche decise con Lega e Forza Italia. In tal senzo, il leader di Italia Viva non si espone: “Lo deciderà in libertà il Parlamento, non il Vaticano. Italia Viva ha già votato alla Camera e voterà in Senato. Ma suggerisco prudenza: se con il voto segreto va sotto su un emendamento, la legge rischia di essere affossata. Una legge serve e va approvata velocemente: i promotori devono decidere se accettare alcune modifiche con una maggioranza ampia o rischiare a scrutinio segreto su questo testo. Quando approvammo le unioni civili, facendo un’operazione bella, di avanzamento dei diritti, trovammo delle mediazioni”.

Italia Viva, insiste Renzi, voterà il DDL Zan. “Noi si. Ma fossi nei promotori cercherei un consenso largo e mi preoccuperei delle critiche fatte da una parte del Pd su scuola e femminismo. Sono pragmatico e cerco di calare l’ideale nella realtà. Se invece usi i diritti solo per definirti e marcare un consenso personale, se lo fai per inseguire i like degli influencer, non fai politica, sei un populista. Mi ha colpito vedere Conte e Letta il primo maggio twittare insieme: la sinistra riparta da Fedez. Ma io me lo ricordo Fedez quando urlava in piazza contro Giorgio Napolitano o usava espressioni omofobe. Avrei parlato più delle tragedie di Saman e Luana e meno dei post di Fedez”.

Nel frattempo le destre hanno preso al balzo la mossa vaticana per provare a fermare la legge. Matteo Salvini ha previsto che il DDL sarà ‘rivisto e corretto’.  “Sono assolutamente in sintonia, dobbiamo punire discriminazioni e abusi, togliendo dalla competizione i bambini, le scuole e non inventandosi nuovi reati d’opinione, che in questo momento sicuramente non servono. Raccolgo l’appello della Chiesa, ragioniamo di come punire discriminazioni senza censura, aspetto una risposta da parte del segretario del Pd”.  Alessandro Zan ha duramente replicato a queste parole: “Per Salvini ‘il ddl Zan ruba fiabe e speranze ai bambini’. Siamo alla follia conclamata: sta speculando sui più piccoli con infamità che nulla c’entrano con il testo. Ormai è senza vergogna. Come si può discutere con chi diffonde solo fake? Il Senato approvi subito la legge!”.

Giorgia Meloni ha invece lanciato l’ipotesi di ‘bloccare’ il DDL causa scontro con la Santa Sede. “Buon senso vorrebbe che l’esame della proposta di legge in oggetto fosse sospesa e rimandata in attesa che il contenzioso sia risolto”. 

Il tentativo di schiacciarci con calendari impossibili ci costringerà a chiedere l’Aula“, ha anticipato la senatrice Monica Cirinnà, via “Radio anch’io”. ” Penso che il luogo del dialogo sia il Parlamento e in particolare la Commissione, resa un pantano dal comportamento della Lega”.  “La mediazione possibile sugli articoli riguardanti l’autonomia scolastica è già stata fatta in Parlamento. Andiamo in Aula. L’Aula è sovrana, è il luogo della battaglia politica“.

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