“Cristo per primo ha detto ‘Date a Cesare quel che è di Cesare’. Non le pare una bellissima professione di laicità? Quando vado in chiesa a confessarmi, il mio riferimento è il catechismo. Ma se devo amministrare, guardo alla Costituzione e alle leggi dello Stato“. Così parlò Renzi al nostro sito nel lontano 2012, in un’intervista. Si può dire tutto, ma non che le sue posizioni siano mutate.
Ieri sera infatti il premier è intervenuto a “Porta a Porta” parlando di vari temi, dalla disoccupazione alle pensioni, fino ovviamente ad arrivare al tema caldo di questi giorni, l’approvazione definitiva delle unioni civili. “Ogni volta sui diritti delle coppie dello stesso sesso si è fatta una legge che diventava un bellissimo oggetto di discussione elettorale ma non materia parlamentare. Vespa, le cose si fanno. È una legge sulla quale non tutti possono esultare, alcuni dicono che manchino alcuni diritti, altri dicono che è stato fatto troppo. Fatto sta che questa legge di equilibrio ora è realtà. Le persone tornano ad avere una dimensione di rispetto da parte delle istituzioni e questa è la cosa importante”.
Sul tema della stepchild adoption (sul quale abbiamo sentito il nostro giurista di fiducia, Angelo Schillaci) Renzi è scettico: “Si è capito che a questo giro al Parlamento non ci sono i numeri reali per una legge del genere. Ma bisognerebbe de-ideologizzare il tema, ci sono tanti bambini che sono soli e i sistemi sono farraginosi. Si dovrebbe solo discutere e riflettere per il bene del bambino, noi lo avremmo fatto ma al momento non ci sarebbe la maggioranza”. Ma è sul disaccordo della Chiesa che il premier conferma le posizioni del 2012: “L’atteggiamento di parte del mondo cattolico era ampiamente atteso. Io sono cattolico, ma quando faccio politica la faccio da laico: io ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo, e di conseguenza rispetto le opinioni di tutti. Mi sarei stupito se non ci fossero state delle polemiche: trovo però che sia ingiusto non evidenziare quanto sia stato fatto per arrivare a una soluzione equilibrata, ma è anche assolutamente rispettabile che c’è chi dice che non è d’accordo”.
Non c’è bisogno né è il caso di essere eccessivamente celebrativi, sarebbe ridondante e alquanto inutile. Ma la storia si fa coi fatti concreti come questo, non solo con le parole.
In alto potete guardare l’intera puntata di ieri di “Porta a Porta”.
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