L’ennesima denuncia di omofobia all’italiana si riferisce al 24 luglio, quando una coppia di ragazze lesbiche è stata vittima di discriminazione all’interno di uno stabilimento di Fregene, a Fiumicino, alle porte di Roma. A denunciarlo Ludovica Viola, via Instagram. “Ho scoperto che, a differenza delle altre coppie, noi non possiamo… non possiamo fare le stesse cose degli altri “normali”, perché noi diamo fastidio, noi non andiamo bene, non siamo gradevoli alla vista e “roviniamo la reputazione dello stabilimento”, ha amaramente confessato la ragazza, prima di addentrarsi nell’increscioso episodio.
Infatti, siccome io e la mia ragazza “disturbavamo la vista” di un signore che passava, è arrivato subito uno dei ragazzi che lavora nello stabilimento per avvisarci. Non siamo gradevoli alla sua vista e quindi non possiamo stare lì e goderci la giornata come una normalissima coppia. Eppure, anche se a me un signore che pensa queste cose non piace per niente, non chiedo che venga allontanato, poiché credo ancora nel “vivi e lascia vivere” e nel rispetto del prossimo. Noi veniamo disturbate ed insultate per ciò che siamo… anche perché, come dice l ambasciatore (il lavoratore), che in questo caso porta pena: “in piscina è pieno di bambini”. E quindi ieri ho anche scoperto che noi coppie omosessuali, se siamo in un luogo dove ci sono bambini, non possiamo starci.
Un indecente affronto, di pura e semplice omofobia, che Ludovica e la compagna hanno comunque voluto tramutare in un bicchiere mezzo pieno.
Però… ieri, ho anche scoperto di quant’è bello essere etichettati come “diversi”, se questo porta ad essere diversi da questo mondo schifoso e malato, che discrimina la cosa più bella che ti possa capitare nella vita: l’amore.
Ludovica ha poi precisato di non aver abbandonato lo stabilimento, insieme alla compagna, ma di essere rimasta al suo posto, ‘sfidando’ l’ignoranza altrui. Che non è più tollerabile in un Paese che si definisce civile e democratico.
Update ore 16:55, 28 luglio – il direttore dello stabilimento e il dipendente che aveva chiesto alle ragazze di andarsene hanno chiesto scusa ad entrambe.
Essere visibili e quindi il coming out che è il presupposto della visibilità sociale, costituisce l’arma più potente della comunità lgbt. Questo significa che i gay che non fanno coming out sono i primi nemici di loro stessi e della comunità lgbt tutta.