Roma Pride 2019, “Nostra la Lotta, Nostre le Storie”: documento politico e campagna pubblicitaria

Sylvia Rivera, Marsha P. Jonhson e Stormè DeLarverie, che diedero vita ai moti di Stonewall, e Andrea Berardicurti, alias La Karl Du Pignè, sono i 'volti' del Roma Pride 2019.

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Roma Pride 2019, "Nostra la Lotta, Nostre le Storie": documento politico e campagna pubblicitaria - 25 Roma Pride campagna - Gay.itA meno di un mese dall’attesissimo Roma Pride, che si terrà sabato 8 giugno, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha diffuso il documento politico del 25esimo Pride della Capitale, nonché la sua splendida campagna pubblicitaria.

Sarà un Pride molto significativo per i movimenti LGBT+ in Italia e nel mondo. Festeggeremo infatti i 50 anni dai moti di Stonewall del 1969, ovvero la ribellione della comunità LGBT+ di New York contro i soprusi e le violenze della polizia e contro le discriminazioni che subivano quotidianamente, ma anche i 25 anni dal primo Pride unitario in Italia, tenutosi a Roma nel 1994, che diede il via al movimento dei Pride italiani, cresciuto di anno in anno fino ad arrivare agli oltre 30 pride che sfileranno quest’anno per le strade di tante città italiane.

Per celebrare questi momenti, la comunicazione del Roma Pride 2019 è stata centrata su quattro colonne portanti della nostra storia, disegnate da un giovane illustratore di Latina, art-ivista LGBT+ e volontario del Roma Pride: Gionatan Fiondella. Il suo lavoro ha celebrato quattro personaggi fondamentali senza il cui impegno oggi il Roma Pride non esisterebbe. Sylvia Rivera, Marsha P. Jonhson e Stormè DeLarverie, che diedero vita ai moti di Stonewall, e Andrea Berardicurti, alias La Karl Du Pignè, attivista storico del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e tra le ideatrici del Pride di Roma del 1994 che, purtroppo, ci ha lasciate a settembre dello scorso anno. Le 4 iconiche figure, nella locandina di gruppo che le vede tutte raffigurate, tengono quel famigerato tacco che, leggenda narra, la Rivera lanciò contro i poliziotti, davanti allo Stonewall INN, dando vita ai mitologici Moti.

La nostra storia e le nostre lotte del passato sono la bussola per il nostro impegno nel presente e nel futuro” dichiara Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride. “In un momento storico di incertezza politica e di crescita esponenziale dei discorsi di odio -riscoprire le nostre radici ci dà la forza di continuare a lottare. Non solo ‘contro’ chi vuole ridurre spazi di libertà e solidarietà tra le persone, ma anche e soprattutto ‘a favore’ di una società diversa che, da anni, costruiamo giorno per giorno dal basso. L’esempio di Sylvia, Marsha, Stormè e della Karl è il combustibile che deve contribuire a mantenere viva la fiamma della rivolta contro le discriminazioni e l’ingiustizia. A queste favolose persone dedichiamo il nostro Pride, perché senza di loro noi probabilmente non saremmo qui oggi, senza il loro sacrificio questo Paese e il mondo intero sarebbero un po’ meno liberi, un po’ meno felici e un po’ meno arcobaleno“.

Il documento politico del Roma Pride 2019, invece, ricorda come il primo storico Pride ‘fu rivolta’, rimarcandone la fondamentale importanza, centralità, anche 50 anni dopo.

Ce l’hanno insegnato le ragazze dello Stonewall Inn.
Quel giorno del ‘69 abbiamo rialzato la testa e non siamo più tornate indietro.
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo.
Sogniamo una società diversa, libera e laica, un mondo nuovo e possibile.
Siamo ovunque. Siamo persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie, genderfluid, drag queen e drag king, siamo tutte le favolose identità di una comunità variegata.
Siamo persone non bianche, sierocoinvolte, povere, persone con disabilità, sex worker, migranti, rom, sinti e caminanti.
Vogliamo tutto, pretendiamo l’impossibile e lotteremo per ottenerlo.
Sappiamo che la lotta per la libertà di essere ciò che vogliamo è una lotta collettiva.
Siamo al fianco di tutte le persone oppresse, emarginate e discriminate per cambiare un sistema politico ed economico che punta a dividerci e a metterci gli uni contro gli altri.
Siamo parte del movimento femminista, per un mondo senza prevaricazione e violenza maschile.
Siamo trans-femministe, perché i nostri corpi sono tutti giusti e vanno tutelati, i tentativi di patologizzarli e inscatolarli in categorie predefinite no.
Siamo antifasciste, perché il nemico cambia volto ma non il suo bersaglio: noi.
La nostra idea di società non ha muri né confini e si fonda sulla libertà di movimento per chiunque.
Crediamo nella cooperazione, nel pacifismo, nella solidarietà tra popoli e persone. 
La politica è partecipazione dal basso. Attraverso un’alleanza tra tutte le persone escluse 
vogliamo costruire comunità egualitarie e solidali in cui nessuna persona venga lasciata indietro.
La nostra casa è il mondo intero, le nostre relazioni e le nostre famiglie sono tante, diverse e non possono essere ignorate. Per noi la genitorialità è una scelta che deve essere accessibile e che non si basa esclusivamente sul legame biologico: è un percorso di amore e un’assunzione di responsabilità. che devono essere legalmente riconosciuti a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere dei genitori e dal modo in cui le figlie e i figli vengono al mondo.

Per noi famiglia significa crescere, imparare, divenire, autodeterminarsi.
Le nostre famiglie sono anche i luoghi in cui scegliamo di vivere, quelli in cui lottiamo quotidianamente, gli spazi sociali autogestiti, le comunità a cui apparteniamo, le persone che ci circondano e con cui instauriamo rapporti paritari e di reciproco aiuto.
Le nostre vite valgono. Vogliamo piena tutela per la nostra salute e libero accesso alle cure e ai farmaci necessari a un’esistenza felice e dignitosa.
Crediamo sia necessario lavorare e lottare per difendere il nostro pianeta, la casa in cui viviamo, e difendere i beni comuni.
Vogliamo conoscere e comprendere il mondo, per costruirne uno migliore, nuovo, più grande attraverso saperi liberi e istruzione gratuita e di qualità.
Siamo la speranza di un domani di giustizia sociale,
siamo il megafono di tutte le persone invisibili,
siamo l’imprevisto di una Storia già scritta da altri e che vogliamo cambiare.
Vogliamo decidere sui nostri corpi, sui nostri desideri e sulle nostre vite.
Sogniamo una rivoluzione possibile
.

L’8 giugno torneremo ad invadere le strade di Roma. 
Sappiamo da dove veniamo, sappiamo cosa vogliamo: nostra la storia, nostre le lotte.

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