Chi ha paura di un bacio? L’ennesima denuncia estiva di omofobia all’italiana arriva da Policastro, in provincia di Salerno, come denunciato sui social da Michele Ciavarella. Lui e il suo ragazzo sono stati infatti fisicamente separati per un bacio in discoteca.
“Questo post è uno sfogo. Senti di aver fatto tanti passi avanti, ti senti libero ma spesso la realtà viene a darti uno schiaffo“, scrive Michele su Facebook, prima di raccontare cosa è accaduto.
Due giorni fa eravamo a una serata all’aperto a Policastro e un bodyguard ci ha separato mentre ci baciavamo. Nessuno schiaffo. Un corpo che si è intromesso nella nostra intimità, brutalmente. A niente è servito dirgli che siamo congiunti, che viviamo insieme. Dovevamo stare distanti. Mentre decine di altre coppie si abbracciavano indisturbate. Siamo andati a parlare con i responsabili della serata che ci hanno fatto rimbalzare da un nome a un altro. Allora siamo andati a raccontare tutto al dj e gli abbiamo chiesto di lanciare un messaggio sul rispetto dell’amore. Lui ci ha risposto con un cenno della mano: andatevene. Siamo usciti dal lido, eravamo incazzati, stremati e disgustati a tal punto che abbiamo vomitato entrambi. Ci siamo retti la fronte a vicenda. Poi ci siamo messi a guardare il mare. È arrivata l’alba. E tutto è sembrato più sopportabile. Perché? Forse perché il sole sorge per tutti, anche per noi.
Michele, travolto dall’affetto social e dai commenti di vicinanza, ha infine guardato all’attualità politica, che vede il DDL Zan approdare alla Camera il 3 agosto.
Una cosa voglio dire. Mentre tutti urlano che la legge contro l’omobitransfobia è un reato, io dico che questa legge per noi è uno strumento di libertà, di dignità, di difesa contro i milioni di atti quotidiani di coloro che si sentono in diritto di dirci che non possiamo essere chi siamo. Tutto qui. Semplicemente. Buona estate.
L’ennesima estate transomofoba d’Italia.
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E' chiaro che il gorilla si è frapposto fra loro due pcome per frapporsi fra se è la propia omosessualità repressa.
Se non vivessero alla luce del sole la loro identità, questa omofobia non sarebbe emersa, dunque i primi nemici della comunità lgbt sono i gay nascosti che nascondendosi non fanno venire a galla l'omofobia che c'è in Italia. Meno coming out, meno reazioni omofobiche, meno reazioni omofobiche, meno denunce, meno denunce fa dire agli omofobi che in Italia l'omofobia non c'è. Non a caso i gay omofobi attaccano per prima cosa la visibilità degli altri gay con frasi del tipo: ma io non sbandiero al mondo la mia vita sessuale, che bisogno c'è di dire agli altri con chi scopo etc..Chi si nasconde è complice.