Il Governo Meloni è sceso in trincea, pur di difendere l’ultimo e duplice attacco alle famiglie arcobaleno e ai diritti LGBTQIA+. Prima lo stop alle trascrizioni dei figli con coppie dello stesso sesso imposto al sindaco Sala, poi la bocciatura della commissione Politiche europee del Senato alla proposta UE per il riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie dello stesso sesso e l’adozione di un certificato europeo di filiazione.
In aula alla Camera Elly Schlein ha ieri duramente criticato la premier Giorgia Meloni, mentre il vicepremier Matteo Salvini, da Benevento dove si trovava per l’avvio dei lavori di scavo galleria Telese – Vitulano della nuova linea Alta Velocità/Alta Capacità Napoli – Bari, ha incredibilmente attaccato Bruxelles.
“L’amore è libero, bello e sacro per tutti“, ha detto il leader leghista ai giornalisti. “Il bimbo ha bisogno di una mamma e di un papà”. “I bambini non si comprano, non si affittano, non si scelgono su internet. Su questo non cambierò mai opinione, poi uno può essere eterosessuale, onmosessuale, bisessuale, pansessuale, transessuale” ha precisato il ministro delle Infrastrutture, per poi criticare l’Europa. “Quando parlo di autonomia, la applico anche a livello europeo: non può essere Bruxelles a imporre il concetto di famiglia ai singoli Paesi. Gli svedesi decideranno per la Svezia, i greci per la Grecia, gli italiani per l’Italia“.
Parole che hanno fatto felice Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus non a caso al fianco del governo Meloni. “Bene il no della commissione Politiche europee del Senato alla proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione“, ha commentato Coghe. “La Risoluzione, come avevamo già denunciato a dicembre – era un pericoloso tentativo di imporre gli effetti dell’illegale e inumana pratica dell’utero in affitto. Se fosse passata, infatti, l’Italia sarebbe stata costretta a riconoscere una coppia di omosessuali come “genitori” di un bambino ottenuto tramite utero affitto o fecondazione eterologa come conseguenza diretta e automatica del loro riconoscimento in un altro Stato Membro. Un’ingerenza ideologica e pericolosa sventata. Ora Governo e Parlamento proseguano su questa strada e, coerentemente con questa decisione, rendano l’utero in affitto reato universale“.
Ad oggi, va ricordato, l’Unione europea conta 27 Stati membri, ovvero Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Di questi 27 Stati membri, la GPA è legale e regolamentata solo in 4, ovvero Belgio (solo a titolo gratuito), Danimarca (solo a titolo gratuito), Grecia (solo a titolo gratuito e con autorizzazione di un tribunale) e Paesi Bassi (solo a titolo gratuito).
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