Sanremo 2023, il ritorno di Giorgia per spettinare l’Ariston e rivedere vincere una donna dopo 9 anni

30 anni esatti dopo la sua prima volta all'Ariston e 22 dopo l'ultima, rendiamo grazie a Giorgia.

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Esattamente 30 anni fa tale Giorgia Todrani si presentava al cospetto di Pippo Baudo a Sanremo Giovani con “Nasceremo“, brano che vince la sua categoria dandole così l’accesso al Festival dell’anno successivo nella sezione “Nuove Proposte”.



Nel 1994, con l’iconica E Poi, Giorgia arriva solo settima tra le Nuove Proposte, dando comunque il via ad una carriera che l’ha vista veleggiare per 30 anni tra radio e palazzetti, incoronandola meritatamente come una delle più amate voci del panorama musicale nostrano. Figlia d’arte, Giorgia è cresciuta a pane, soul e rhythm and blues, sbalordendo da subito per la propria estensione vocale, per l’apparente semplicità con cui tocca vette estreme, per la pulizia di una voce immediatamente riconoscibile, unica, difficilmente imitabile, che avrebbe potuto conquistare il mondo, se solo la diretta interessata l’avesse voluto.

https://www.youtube.com/watch?v=u5WMHMw1paM

Perché Giorgia, prima artista di Roma di sempre a vincere Sanremo nel 1994 con Come Saprei, rappresenta perfettamente quel menefreghismo tipicamente capitolino che contraddistingue chi è nato e cresciuto nella Città Eterna (“Ma che ce frega ma che ce ‘mporta”), quel sapersi accontentare di quanto raggiunto e ottenuto senza andare a cercar fortuna chissà dove (“Che ce arifrega che ce arimporta”), vivendo nella metropoli più bella del mondo, con quel cielo azzurro che basta alzare gli occhi per sentirsi benedetti (“”Embe’, embe’, che c’è?”).

https://www.youtube.com/watch?v=Ex2InEH_zB4

Terrorizzata dall’aereo, Giorgia ha scelto di rimanere in Italia, ha scelto di non imbarcarsi in tour sfiancanti e remunerativi dall’altra parte del mondo, ha scelto di non mettersi ulteriormente in gioco perché evidentemente già appagata, soddisfatta, felice, limitando consapevolmente una carriera che avrebbe potuto avere ben altre fortune. “Ho mancato tante occasioni ma accetto che sia successo“, ha confessato alla Stampa due settimane or sono. “Potrei aver avuto altri risultati ma ho dato la precedenza al dentro, avendo un padre con il lavoro di cantante e con i suoi alti e bassi, so come succede, l’ho visto passare dal successo al niente. E malgrado sia ambiziosa, ho fatto scelte diverse“.

Ed è qui che Giorgia si differenzia da tante altre colleghe, che negli anni hanno ceduto anche alle sirene della ricca visibilità televisiva, tra Amici di Maria, X Factor, The Voice e chi più giudici ha più ne metta.

Gattara acqua e sapone dalla voce paradisiaca, Giorgia ha seminato no a ripetizione concentrandosi sul quotidiano, sulla storia d’amore quasi ventennale con il ballerino, musicista e cantautore romano Emanuel Lo, da cui ha avuto un figlio, cresciuto a distanza siderale da tabloid e social. Artista, chiaramente, ma soprattutto mamma, donna, cristiana non lo sappiamo ma sicuramente frociarola.

Eppure Todrani farebbe furore anche in tv, in abiti di giudice/co-presentatrice, perché genuinamente simpatica, irriverente, con la battuta talmente sempre pronta dall’essere riuscita a scatenare un putiferio persino con un semplice meme dedicato a Giorgia Meloni. “Il romano a volte per una battuta si rovina“, ha confessato alla Stampa in relazione al famigerato meme, ribadendo la sua evidente e inorgoglita anima capitolina che da sempre la inquadra magnificiamente, nel vivere la vita e prendere di petto una carriera che l’ha vista vendere 7 milioni di copie, arrivare prima, seconda e terza al Festival di Sanremo, diventando anche la prima cantante nella storia a conquistare quattro premi (Primo Posto Big, Premio della Critica, Premio Autori e Premio Radio e TV), oltre vincere un Nastro d’Argento, un David di Donatello, un Telegatto, non si sa quanti Music Awards italiani.

Costretta a dover sopportare una fantomatica rivalità con Laura Pausini, sbarcata al Festival nel 1993 con La Solitudine, Giorgia è stata più volte accusata di non riuscire ad ’empatizzare’ con il pubblico, ad emozionare, a causa proprio di quel dono chiamato “perfezione”, con quattro ottave raggiunte senza mai dare segni di cedimento e/o apparentre fatica. Come se fosse una colpa saper cantare live senza mai steccare, inciampare, cedere, dando la costante impressione di essere al cospetto di un cd e non di una voce che dal vivo dona meraviglie, spaziando in lungo e in largo come fatto con ben altri risultati da Whitney Houston, da lei idolatrata. Perché in 30 anni di carriera Giorgia ha abbracciato il soul, il rhythm and blues, il neo soul, il pop, la dance, le ballad, partendo da soprano drammatico per arrivare al mezzosoprano.



La sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo, 5 anni dopo il 3° posto con Strano il mio destino, è del 2001, quando la sua magnifica Di sole e d’azzurro si classifica seconda dietro l’altrettanto magnifica Luce (tramonti a nord est) di Elisa. Da 22 anni la diatriba tra chi meritasse di vincere quel Festival, condotto da Raffaella Carrà, prosegue senza sosta, con la consapevolezza che mai avremo una risposta definitiva. Perché dinanzi a due simili voci, e a due simili brani, come fai a decidere l’impossibile?



Da quel 2001 ad oggi Giorgia e l’Ariston non si sono mai più incrociati, almeno in concorso, mentre nei negozi sono usciti Ladra di vento, Stonata, Dietro le apparenze, Senza Paura e Oronero, suo ultimo album di inediti datato 2016, con svolte R&B e sperimentazioni unplugged nel mezzo. Facendo finta che Pop Heart, discutibile album di discutibili cover dalla discutibile produzione, non sia mai uscito nel 2018,  e in attesa di vederla attrice nel film Scordato di Rocco Papaleo,  il 2023 vedrà Giorgia tornare dopo 7 infiniti anni d’attesa con Blu, suo 11esimo disco, prodotto da Big Fish, in uscita il 17 febbraio del 2023, ovvero pochi giorni dopo la finalissima di Sanremo 2023 che la ricatapulterà in concorso con Parole dette Male, scritta dal romano Alberto Bianco e da noi già ascoltata in anteprima con tanto di pagella.

Nel frattempo Todrani si è detta “privilegiata” per essere stata aggiunta alla lista di artiste che grazie a Spotify “portano un messaggio di equilibrio, uguaglianza e pari opportunità”, perché “avere le stesse occasioni per esprimersi senza limiti di appartenenza a un genere, ci dà la possibilità di essere liberi, di esprimere quello che siamo, e per questo dobbiamo insistere fino a che sarà davvero sempre così”.

Bookmakers alla mano al Festival di Sanremo 2023 Giorgia sarà sul podio, dietro Marco Mengoni e Ultimo, ma è chiaro che con quella voce lì, dal vivo, all’Ariston, davanti 20 milioni di italiani, tutto potrà succedere. Come ad esempio spettinare la platea ed emozionare il pubblico nazional popolare all’ascolto, riportando una donna in trionfo dopo 9 anni d’assenza. È dal 2014, con Arisa vittoriosa grazie a Controvento, che simile evento non si verifica. Poi sono arrivati Il Volo, Gli Stadio, Francesco Gabbani, Ermal Meta e Fabrizio Moro, Mahmood, Diodato, Måneskin e Mahmood e Blanco. Lo scorso anno Elisa si è dovuta accontentare del 2° posto, con Giorgia, nel frattempo voce dell’inedito “The first day of my life” per il nuovo film di Paolo Genovese, è ora chiamata ad interrompere una striscia ‘maschile’ mai tanto lunga nella storia del Festival.



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