Da oggi Gay.it ha un nuovo look, viriamo verso il total black. Una svolta nella direzione di un trend che presto vedrà molti altri convertirsi al nero.
E non è perché il nero sfina, figurarsi. Siamo ben fieri del nostro corpo, qualunque esso sia. E a dirla tutta, la nostra produzione è bella ingrassata, formosa, sia di contenuti sul sito, sia su Instagram e su Facebook. Non è mai stata così copiosa e varia in temi e formati.
Da qualche mese sono tornato alla direzione di Gay.it, consapevole dalle sfide che comporta un brand editoriale che è allo stesso tempo di nicchia, considerando che si occupa di mondo LGBTQ+ e lo fa in una realtà indipendente da gruppi industriali, partiti ed associazioni, ma allo stesso tempo storico. Gay.it esiste da vent’anni ed è il media di riferimento di quella audience.
Mondo LGBTQ+ che mai è stato così presente sugli altri media mainstream, nelle pubblicità, nell’entertainment e nella cultura, nel discorso pubblico in generale, e che allo stesso tempo è sfuggente e indefinibile nelle sue mille anime. Considero questa sfuggevolezza un arricchimento, ma anche una sfida, per una testata che in qualche modo ha il dovere di raccontare una storia che assume sempre più sfumature e direzioni.
Complici i social, le schegge arcobaleno viaggiano alla velocità della luce verso molteplici orizzonti, tra la realtà dell’evoluzione organica e l’immaginazione del metaverso. Così, l’universo sembra popolarsi di frammenti di quello che oramai è una costellazione di diversità, un blocco sociale di identità in auto-definizione.
Meraviglioso caos. L’approccio queer della Gen X, i tradizionali veicoli di aggregazione associativi di “boomer” e millennial, la Gen-Z più fluida di sempre, che si autorappresenta sui social senza chiedere il permesso a nessuno, il doloroso grido di affermazione del mondo transgender, mai così protagonista, allo stesso tempo straordinario e quotidiano, la marcia mai lineare in compagnia del mondo femminile e del suo empowerment.
Ma ancora: il blocco dei diritti negati da esigere, che si amplia, ed include quelli del pianeta, dell’ambiente, e dei popoli che la globalizzazione ha spolpato. L’approccio intersezionale, per l’appunto. Ecco, contemplando questo universo di eterna mobilità, abbiamo deciso che siamo nerə.
Siamo nerə, perché l’ambiente richiede minore utilizzo di energia, ed uno schermo nero con carattere bianco è molto più leggibile e ciuccia molta meno batteria da smartphone e computer.
Siamo nerə, perché volevamo una scossa di energia e grinta per affrontare tempi incerti: il nostro layout ha avuto storicamente come colori dominanti l’arancio del nostro vecchio logo per molti anni, ed il bianco delle ultime versioni più pulite per almeno un quinquennio.
Siamo nerə, a fianco dei popoli svantaggiati che chiedono accesso alle pari opportunità, quando le pari opportunità significano, ancora troppo spesso, diritti umani e possibilità di sopravvivenza.
Siamo nerə, per le persone LGBTQ+ quotidianamente perseguitate, segregate, uccise.
Siamo nerə, perché ci sono persone LGBTQ+, e non solo, nate in aree del mondo povere, che sognano di tuffarsi in questo nostro decadente benessere e i loro sogni diventano strumento di potere, ricatto, controllo. E di traffici vergognosi.
Siamo nerə, perché questo nostro decadente benessere non riesce a farsi autocritico, e resta inerme davanti alle emergenze e alle ferite che il pianeta ci presenta ormai quotidianamente.
Siamo nerə, perché ogni riflesso di luce che arriva da quell’universo di sfaccettate diversità che brillano là fuori, viene manipolato dal potere con l’arroganza patriarcale della conservazione reazionaria.
Siamo nerə, perché arrabbiatə con la politica, che ancora una volta ci ha usatə e strumentalizzatə, senza conquistare nulla sul DDL Zan, rimuovendo dal dibattito il matrimonio egualitario e l’adozione.
E siamo nerə, perché ci piace così: per sognare e disegnare un futuro favoloso, la notte è più suggestiva del giorno, e sul nero dell’universo, è tutto un magnifico brillare di luci diverse.
PS: Colgo l’occasione per ringraziare l’editore, libero e indipendente, per la fiducia e tutta la redazione e le persone che collaborano.
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cara comunity Gay.it , vi ringrazio di aver pubblicato la motivazione dello sfondo nero e scritte bianche e del nuovo layout. È un po scomodo per leggere e anche triste, ma a dirla tutta confermo che rappresenta il tempo cupo in qui stiamo vivendo.
ricordo quando ho scaricato upp ed ho visto tutti quei bei colori, era anche un modo di aver una speranza in questi giorni di brutte notizie