Siena, ragazzo transgender denuncia caso di discriminazione: “Allontanato dalla presidente di seggio”

"Alla nascita noi nasciamo in un determinato genere, che ci viene assegnato e resta immutato", avrebbe incredibilmente detto la presidente di seggio di una sezione di Siena ad un ragazzo transgender.

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La tornata elettorale del fine settimana ha visto il “Sì” vincere al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, con 3 regioni andate al centrodestra (Marche, Veneto e Liguria) e 3 regioni al centrosinistra (Campania, Toscana e Puglia). Alle urne, causa pandemia da Covid-19, ci si è ritrovati spesso con una separazione netta tra ‘uomini’ e ‘donne’, con due banconi appositi relativi al sesso anagrafico indicato sulla carta d’identità che hanno creato non poco imbarazzo alle persone transgender. Ed è uno di questi, Anastasius, ragazzo FtoM, a denunciare quanto accaduto a Siena, dove il giovane vive.

Iscritto al Movimento pansessuale Arcigay Siena, Anastasius ha pubblicamente denunciato una discriminazione al seggio 42 in San Francesco, in cui si era recato a votare con la sua fidanzata Serena per il Referendum e per le Regionali.

Nella mail di denuncia inviata al Movimento Pansessuale – Arcigay Siena, Serena, che ha assistito alla scena, scrive che il suo ragazzo notando la fila divisa per genere, ha fatto presente quanto fosse discriminante e di difficile fruizione per le persone trans in pre-T, le persone non binarie che non hanno ancora i documenti rettificati.

La presidente del seggio – ha scritto Serena intervenuta in difesa del fidanzato – dopo aver detto che non vedeva nulla di male in tale gestione anche se palesemente discriminatoria, esce dalla stanza e si dirige verso di me in un atteggiamento palesemente ostile e infastidito. Cerco, con tutta calma, di spiegare le grosse problematiche che tale divisione può portare alle persone trans ma lei risponde che alla nascita noi nasciamo in un determinato genere, che ci viene assegnato e resta immutato e si rifiuta di prendere atto della nostra segnalazione ritenendola superficiale, invitandoci a protestare con il Ministero e chiedendoci malamente di allontanarci e segnalare tutto alle forze dell’ordine li presenti“.

Se le circostanze fossero confermate – ha dichiarato Greta Sartarelli, presidente del Movimento Pansessule Arcigay Siena – saremmo di fronte ad un atteggiamento transfobico e discriminatorio inaccettabile ma soprattutto ad una palese violazione dell’art 74 e 104 del DPR 30 marzo 1957 n. 361 (Testo Unico delle Leggi Elettorali) che stabilisce che il segretario di seggio che si rifiuta di trascrivere le proteste o segnalazioni di un* votante a verbale rischia sanzioni penali e pecuniarie. Chiederemo agli organi competenti un chiarimento al riguardo e faremo luce su quanto accaduto, perché sia garantito il diritto al voto delle persone trans* in condizioni di sicurezza. In quest’ottica, Arcigay sostiene la campagna IO SONO IO VOTO lanciata dal Gruppo Trans di Bologna e ha firmato l’appello rivolto alla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese affinché si possa rivedere il criterio di suddivisione per generi nei seggi previsto dall’art.5 del DPR n°223 del 20 Marzo 1967 in quanto rappresenta a tutti gli effetti una limitazione all’esercizio del diritto di voto per migliaia di persone transgender e non binarie, in contrasto con le disposizioni dell’art. 48 della nostra Costituzione. Inoltre abbiamo chiesto alle persone trans* di denunciare episodi come questi, facendo mettere a verbale la seguente dichiarazione al termine delle operazioni di voto: “Il/la/* sottoscritto/a/* (Nome e Cognome) desidero venga messo a verbale come la suddivisione in file per genere o per sesso sia discriminatoria e lesiva nei confronti delle persone trans, di genere fluido, non binarie, o di tutte le identità che non si riconoscono nella dicotomia uomo-donna e che non vengono pertanto considerate e rispettate nella propria autodeterminazione. Nessuna persona deve essere costretta a fare coming out, ovvero a rivelarsi, circa la propria identità di genere e il proprio sesso biologico, e di fatto questa suddivisione costringe a farlo. Una fila unica per ordine di arrivo anziché una suddivisione per genere/sesso è preferibile e auspicabile in quanto rispettosa della privacy e di ogni identità ed espressione di genere.”

Solo la scorsa settimana era partita la campagna “Io Sono, Io Voto”, per l’inclusività ai seggi elettorali per le persone trans*.

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