Slovacchia sotto choc per quanto avvenuto a Bratislava. Juraj Krajcik, 19enne radicalizzato figlio di un membro di spicco del partito di estrema destra Vlast, ha sparato all’impazzata fuori da un locale LGBTQ della capitale, ferendo una donna e uccidendo due ragazzi gay.
Il giovane è poi stato trovato morto in strada, probabilmente suicida. Eduard Heger, 46enne primo ministro slovacco, ha definito “inaccettabile” il fatto che in un “Paese libero e democratico” le persone LGBTQ non abbiano ancora “il diritto di vivere liberamente”. “Nessuna forma di supremazia bianca, razzismo ed estremismo contro le comunità, inclusa quella LGBTQ, può essere tollerato“, ha cinguettato Heger. “Combatteremo i canali di disinformazione che diffondono odio e proteggeremo le minoranze“.
Krajcik avrebbe utilizzato un’arma appartenente a suo padre, regolarmente detenuta. Il movente ancora non è chiaro, ma la stampa slovacca parla apertamente di ‘crimine d’odio’. In passato il 19enne aveva pubblicato sui social post omofobi e antisemiti. Krajcik avrebbe deliberatamente sparato per uccidere persone queer.
“Questi omicidi aberranti sono una minaccia per le nostre società costruite sul rispetto e sulla tolleranza“, ha twittato la presidente della Commissione europa Ursula von der Leyen, in prima linea con tutta l’UE nell'”aiutare a combattere i crimini ispirati dall’odio e la parola in tutte le forme“, per “proteggere la comunità Lgbtq“.
“Dobbiamo combattere l’odio”, ha cinguettato il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Appartenere alla comunità Lgtbi non dovrebbe essere motivo di bersaglio. Le nostre comunità devono sentirsi sicure”.
Di fronte a simili episodi “il silenzio non è mai un’opzione”, ha precisato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per il Green Deal. Quanto accaduto in Slovacchia, ha concluso, “non può mai essere tollerato, deve essere combattuto”.
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