“Storia di Shuggie Bain” di Douglas Stuart, il romanzo di un’anima gentile

Il libro vincitore del Booker Prize 2020 è una storia di vita e umanità che ci riporta indietro di 20 anni, quando a emozionarci fu Billy Elliot.

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Storia di Shuggie Bain di Douglas Stuart, il romanzo a tematica gay che ho scelto di raccontarvi oggi, si presenta come una storia molto potente. Una di quelle storie che portano impresso su di sé il marchio a fuoco della Vita.

Douglas Stuart, l’autore, ha trasposto in letteratura una parte considerevole delle proprie esperienze autobiografiche. Storia di Shuggie Bain è il suo primo romanzo; lo scorso novembre il libro ha vinto il Booker Prize 2020 e dal 19 gennaio scorso è uscito in italiano, nella traduzione di Carlo Prosperi, per i tipi Mondadori.

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D. Stuart, “Storia di Shuggie Bain”, trad. it di Carlo Prosperi, Mondadori, Milano, 2021, pp. 528.

Il libro

Il romanzo è ambientato a Glasgow durante i primi anni ’80 di Margaret Tatcher, e ritrae la vita di una famiglia che è lo specchio delle condizioni in cui versa l’intera città. Questa famiglia è la famiglia Bain. Agnes, suo marito e i loro tre figli. Cinque vite che stanno lentamente andando alla deriva, vittime di un degrado sociale e urbano che pare inarrestabile, ma anche del circuito autodistruttivo che loro stessi hanno messo in moto. La loro è una storia di rimpianti e di speranze tradite, di sogni annegati nello squallore e nell’alcol. Glasgow, la produttiva città mineraria di una volta, non esiste più. Quella che era la sua linfa vitale è stata succhiata via dalla crisi economica e dalla politica. Succhiata via e non rimpiazzata con nient’altro se non dal degrado, dall’abbruttimento e dalla violenza.

In un posto del genere, o ti adegui tirando fuori le unghie oppure te ne vai. Altre scelte, a parte soccombere, non ce ne sono. Shuggie, il più giovane della famiglia Bain, può confermarlo. Dei tre figli, lui è l’unico a essere rimasto ad assistere la madre alcolizzata e già vittima dell’abbandono da parte del marito. Abbandonarla a sua volta, no, è fuori discussione. Una cosa del genere Shuggie non la farebbe mai. Nemmeno per salvare sé stesso e il proprio futuro, come del resto hanno fatto i suoi fratelli quando hanno deciso di andarsene. Anche se prendersi cura di Agnes è sempre più difficile e rimanere vuol dire morire un poco di più ogni giorno. Perché, se la situazione della famiglia è quella che è, ciò che si trova fuori di essa potrebbe rivelarsi anche peggiore.

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Resistere, a volte, può non servire a niente

Una città mineraria non cambia volto da un giorno all’altro, men che meno quando le sue vene sotterranee cessano di generare introiti. Quel volto, già duro, finisce semmai per inasprirsi. E Shuggie, questo ragazzino aggraziato, così diverso dalla grigia e insoddisfatta e brutale massa che lo circonda, è un fiore fin troppo delicato. Sia all’esterno che all’interno, lui è diverso in tutto. È gentile, è ammodo, è gay. Naturalmente. Per la gente del posto è quasi un assioma che non ha bisogno di conferme, e la diversità di orientamento è un motivo più che sufficiente per tormentare qualcuno (in Scozia, ricordo, la piena legalizzazione dell’omosessualità giunse soltanto nel 1981, proprio nell’anno in cui la storia si apre). Shuggie finisce quindi per diventare il capro espiatorio su cui chiunque, tanto gli adulti quanto i coetanei, non esitano a sfogare il proprio dissenso, se non quando le loro stesse frustrazioni.

Il cuore di Storia di Shuggie Bain è la risposta che il protagonista darà alle forti pressioni omologatrici che subisce da tutti quelli che lo circondano. Una risposta non facile, sofferta, disperata, proprio come lo è il respiro di certe parti di questo romanzo, il quale nel suo insieme costituisce una rappresentazione naturalistica di grande impatto. L’ambientazione, il periodo storico, la difficile condizione sociale e familiare (fortemente incardinata sul pregiudizio riguardo a tutto ciò che si discosterebbe dalla “norma”) avvicinano Shuggie Bain al ricordo di Billy Elliot, film capolavoro di Stephen Daldry. Anche in questo romanzo l’autore ha infatti dimostrato abilità nel gestire il contrasto tra gli elementi più crudi del contesto e la purezza dei sentimenti nutriti da Shuggie, in particolar modo, per la madre. Nonostante i molti elementi di disturbo e i motivi di incomprensione, il legame fra i due raggiunge altezze vertiginose da cui è possibile gettare uno sguardo nuovo, pieno ancora una volta di speranza, sulla vita e sulle persone.

Libro che ha già fatto e farà ancora parlare di sé, Storia di Shuggie Bain è uno di quei romanzi luminosi che creano le condizioni giuste per immedesimarsi con il suo protagonista e che hanno come obiettivo quello di rimanere. Consigliatissimo.

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